Massimo Bray, finanziare il progetto di Palazzo Fuga è possibile

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Massimo Bray, finanziare il progetto di Palazzo Fuga è possibile

Grande successo all’evento di presentazione del progetto: “Napoli, il museo più grande del mondo”, ieri sera in un affollatissimo Arenile di Bagnoli. Il prestigioso intellettuale Massimo Bray è intervenuto di persona, spendendo parole positive e di incoraggiamento per il progetto, che potete ascoltare nel video allegato all’articolo.

L’Associazione RAM (Rinascita Artistica del Mezzogiorno) si è fatta promotrice di un progetto visionario, che vuole trasformare Palazzo Fuga di Napoli (meglio conosciuto come “Albergo dei poveri”) nel più grande museo del mondo. Ma vediamo nel dettaglio i principi ispiratori e le motivazioni di fondo di un’idea che rappresenterebbe una svolta epocale per Napoli e la Campania.

Palazzo Fuga attende da secoli una destinazione d’uso al passo con i tempi.

Il turismo per Napoli e per il meridione non è una scelta, è una necessità. Abbiamo tutte le risorse per potere emergere.

La nostra terra è ricca di opere d’arte che giacciono non esposte da decenni nei depositi dei nostri Musei. Arte negata che attende solo la nostra voce, il nostro consenso per potere emergere. Creare a Palazzo Fuga il Museo più grande del mondo è il modo migliore di onorare la nostra storia e con l’arte, favorendo turismo, occupazione e indotto.
Palazzo Fuga potrebbe essere una grande occasione di rilancio della nostra economia.
A Napoli il Museo più grande del Mondo completerebbe il circuito museale, portando benefici in termini di presenze anche agli altri Musei (Capodimonte, Palazzo Reale, Museo di San Martino, Museo Archeologico Nazionale, Museo Duca di Martina, etc.). Un patrimonio immenso da valorizzare pianificando “Le stagioni dell’Arte”; dodici  mesi di eventi in città, coinvolgendo gli albergatori, commercianti, artigiani e le associazioni culturali per presentare degnamente Napoli alla Borsa Internazionale del Turismo.
Molte volte i percorsi difficili sono anche i più entusiasmanti.

Nel 1957 Bruno Molajoli si dedicò alla creazione del nuovo Museo nella Reggia di Capodimonte e disse: realizziamo a Capodimonte la nostra Versailles. Di riflesso, 57 anni dopo, con il mutare delle esigenze e per la cronica carenza degli spazi ho creduto di emulare Molajoli sostenendo: realizziamo a Napoli il nostro Louvre, un “Louvre napoletano”, il potenziale Museo più grande del Mondo, un omaggio a Napoli, alla millenaria storia del Sud, una galleria regionale che valorizzi il nostro territorio.

Analizziamo i dati in termini di visitatori dei Musei che hanno avuto maggior successo in termini di presenze.
I musei più visitati al mondo nel 2013:
1 Louvre – Parigi 9.720.260 visitatori
2 Metropolitan Museum of Art New York 6.115.881 visitatori
3 British Museum – Londra 5.575.946 visitatori

1 Le dimensioni.
Lo spazio è necessario per creare dei percorsi artistici e culturali, dando giusto valore al patrimonio artistico e accoglienza con servizi appropriati al maggior numero di turisti. Non è un caso che i tre Musei più grandi del mondo costituiscono una forte attrazione dal punto di vista turistico, essendo visitati da milioni di persone.

2 Museo Universale
Altra caratteristica è data dal concepire i tre Musei come un’Esposizione Universale, ovvero Musei che racchiudono nelle loro collezioni varie tipologie di opere d’arte in un viaggio nei secoli ampiamente rappresentativo del patrimonio dell’umanità.
Carlo III di Borbone, nella prima sede della Reggia di Portici, aveva concepito in un unico luogo l’esposizione delle collezioni archeologiche, la pinacoteca e le arti minori. La sua scelta ancora oggi risulta essere moderna e privilegiata a livello internazionale da un folto pubblico.
Successivamente a Napoli abbiamo separato le collezioni in due strutture: il Museo Archeologico Nazionale ed il Museo di Capodimonte, ma senza avere riscontri positivi in termini di fruibilità. Ancora oggi il Museo di Capodimonte non è collegato agli altri Musei, è difficilmente raggiungibile e questo lo penalizza ampiamente in termini di presenze.

3 Collaborazione pubblico privato
In terzo luogo questi Musei internazionali sono ben organizzati. Le forti doti di progettualità nella valorizzazione del patrimonio hanno generato un forte incremento delle presenze turistiche.

4 La rete di trasporti pubblici ed i servizi di accoglienza complementari alle strutture museali (bar, ristoranti, librerie …).

I piccoli Musei distribuiti sul territorio amplificano i costi di gestione e sono poco visitati dai turisti e dalla cittadinanza. Valorizzando il patrimonio artistico in una unica grande struttura, ben collegata con le storiche sedi museali partenopee, abbatterebbe i costi di gestione razionalizzando la fruibilità del patrimonio artistico. Diventerebbe un forte attrattore culturale al centro della rete del Museo diffuso, incrementando anche le visite negli altri Musei più piccoli.
A Napoli ci vorrebbe maggiore progettualità e coordinamento. Non basta aprire un Museo, c’è bisogno di maggiore coordinamento tra imprenditoria, albergatori, Soprintendenza e Assessorato per rendere il patrimonio fruibile e per creare eventi che possano attrarre turisti a Napoli ed in Provincia.
Palazzo Fuga per dimensioni, potrebbe essere l’unica struttura a Napoli che con i suoi oltre centotremila metri quadri potrebbe dar luogo al progetto di Museo Universale come volle Carlo III di Borbone, generando un forte e persistente incremento dei flussi turistici, creando indotto in città e nella provincia e migliaia di posti di lavoro.

Palazzo Fuga: Le opere

Sezione Archeologica (dai depositi del Museo Archeologico Nazionale e della Soprintendenza)
Una Galleria Regionale che possa valorizzare il patrimonio archeologico non esposto, con sezioni che rappresentino ampliamente con una selezione di opere i maggiori siti come Pompei, Ercolano, Stabia, Oplonti, Paestum e Cuma, ma anche quelli meno visitati come Capua e Cales. Centinaia di migliaia di capolavori che per motivi di spazio non possono essere esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nell’attuale percorso espositivo del Museo, non bastano i dodicimilacinquecento metri quadri di esposizione per dare risalto al patrimonio archeologico, occorrerebbero almeno altri quarantamila metri quadri. Basta pensare che degli oltre 1500 affreschi provenienti da Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia, solo 300 sono esposti. Solo Palazzo Fuga può concedere questi spazi, dando giusto risalto ad un patrimonio artistico unico al mondo.

L’Arte Sacra (dai depositi di Capodimonte al Tesoro di San Gennaro)
Il Tesoro di San Gennaro (oltre ventunomila trecento capolavori d’arte per il 95% mai esposti) rappresenta il più importante tesoro al mondo, stimato di valore superiore al tesoro degli Zar di Russia e della corona inglese. Per motivi di spazio non può essere esposto integralmente nell’attuale sede. Palazzo Fuga potrebbe essere il luogo ideale per realizzare un percorso espositivo tra arte e fede, accogliendo in permanenza migliaia di opere d’arte. La Cappella del Tesoro e l’attuale Museo manterrebbero l’allestimento, mentre a Palazzo Fuga verrebbero esposte in un percorso cronologico le opere che attualmente si trovano nei depositi; ottocento anni di donazioni al Santo, mirabili esempi di arte orafa che hanno attraversato i secoli. Un immenso patrimonio negato per carenze di spazi espositivi tornerebbe alla luce.

La Pinacoteca (il Museo del Grand Tour)
A Napoli non esiste un Museo del Grand Tour con le opere dei maggiori artisti italiani e stranieri che tra il XVIII ed il XIX sec. hanno dipinto dal vero la nostra terra. Buona parte delle opere è stata acquisita dai maggiori Musei esteri, ma molte sono le opere non esposte che potrebbero dar luogo a questa importante sezione.

La Galleria Regionale di Arte Moderna
Non abbiamo mai concepito in un unico luogo una galleria Regionale in grado di esporre e valorizzare le opere realizzate dai maggiori artisti che hanno operato a Napoli nel XIX secolo. Molte collezioni sono nei depositi dei Musei da decenni. Solo il Museo di San Martino possiede circa 900 opere non esposte.

Sezione Musicale Palazzo Fuga potrebbe ospitare una sezione interamente dedicata alla storia della canzone napoletana.

Le donazioni incrementeranno il patrimonio artistico.

Palazzo Fuga potrebbe essere per dimensioni l’unica struttura già edificata in grado di assolvere a tale compito. Con una potenziale superficie espositiva di 103.000 metri quadri, con una imponente facciata di 400 metri di lunghezza e 450 sale costituisce l’unica struttura già edificata in grado di assolvere a questo compito, A breve distanza dalla Stazione Centrale, dall’Aeroporto di Capodichino, con il progetto della funicolare che lo collegherebbe in pochi minuti al Museo di Capodimonte, adiacente al Real Orto Botanico ed a poca distanza dal Museo Archeologico Nazionale al quale potrebbe essere collegato con un tunnel di poche centinaia di metri fornito di tapis roulant, diventerebbe una struttura di primaria importanza per il rilancio anche delle altre strutture Museali creando uno dei Musei diffusi più importanti al mondo.

I servizi di Palazzo Fuga
Oltre diecimila metri quadri potrebbero essere dedicati ai servizi al turismo: biblioteca, cineforum, sala conferenze, bar, ristoranti, librerie, filodiffusione e/o applicazioni web illustrative, negozi di antiquariato, gallerie d’arte e negozi di artigianato locale per valorizzare il meglio delle eccellenze campane creando indotto.

Esempi di valorizzazione del patrimonio e di ricaduta economica ed occupazionale

Valorizzare il patrimonio artistico è come valorizzare noi stessi, la nostra storia, la nostra cultura.
Molti stati come la Francia, la Germania, l’Inghilterra, tutelano il patrimonio artistico ed investono nella realizzazione del museo diffuso traendone vantaggi economici.
A Napoli potremmo parlare di riconversione economica e di sviluppo, valorizzando il nostro centro storico, creando indotto, generando nuovi posti di lavoro.
Fino ad oggi, senza mettere in discussione gli interventi strutturali condotti con esperienza da ottimi architetti, l’attuale ristrutturazione di Palazzo Fuga supererebbe una spesa di 120 milioni di euro, senza alcun beneficio dal punto di vista occupazionale o economico.

In Francia l’allora Presidente della Repubblica Francois Mitterand nel 1988 volle investire capitali pubblici in un progetto a favore della cultura per trasformare il Louvre nel Museo più grande del mondo. L’incremento di presenze è stato costante: nel 2013 i visitatori hanno raggiunto la quota record di 9.720.260 presenze contro i 923.706 visitatori del nostro Museo di Capodimonte. I visitatori del Louvre ogni anno spendono oltre 100 milioni di euro per biglietti di entrata e merchandising e l’indotto generato dal turismo inteso come incremento di consumi in alberghi, bar, ristoranti o per shopping ammonta ad oltre 640 milioni di euro l’anno; lo Stato ha assunto 2.100 dipendenti solo all’interno del museo senza calcolare le migliaia di persone assunte da imprenditori privati nelle attività commerciali per incremento dei flussi turistici.

A dicembre 2015, come si può leggere dal sito del Museo del Louvre a Parigi, aprirà il Louvre Abu Dhabi, il primo Museo Universale in Medio Oriente, situato nel Distretto Culturale dell’emirato, sull’isola Saadiyat. Il Museo costituirà uno strategico punto di incontro tra culture diverse. Le particolarità del progetto risiedono nella sua collocazione e nella struttura. Per fronteggiare il problematico fattore ‘sabbia’, dato l’ambiente desertico,  l’architetto Jean Nouvel ha pensato bene di costruire il Museo sull’acqua per 64 mila metri quadrati di spazio espositivo e di ideare una grande cupola dal diametro di 180 metri per proteggere le opere d’arte dalle elevate temperature, che nei mesi estivi possono raggiungere punte di 47°. In definitiva:  riescono a costruire un Museo sull’acqua in un luogo climatologicamente impegnativo per creare turismo, facendosi prestare opere d’arte a pagamento dal Louvre.
Non hanno Pompei, Ercolano e le nostre opere d’arte, ma credono in un progetto e lo realizzano a breve termine.

In Spagna  il Guggenheim di Frank Gehry attrae circa un milione di visitatori. Vediamo con lo stessi investimento progettato per Palazzo Fuga cosa hanno generato al Guggenheim  in termini economici: nel 2011 hanno ottenuto incassi pari a  274 milioni di euro ed entrate fiscali per oltre 42 milioni di euro, rientrando in un  solo anno dei costi di investimento per la realizzazione della struttura, con un incasso al netto delle spese di 154 milioni di euro. Nel suo interno lavorano oltre seimila persone e l’indotto generato dal turismo, calcolato in dollari, nei primi tre anni di vita dei Museo, si stima che abbia ampiamente superato i 654 milioni di dollari.

Pari opportunità

L’Italia ha investito 50 milioni di Euro per aumentare la superficie espositiva del Museo Egizio di Torino da 6500 metri quadri a 12000 metri quadri. In soli cinque anni di lavori il Museo cambia volto, esponendo 30.000 reperti archeologici, liberando le opere dai depositi.
Stessa sorte per la Galleria degli Uffizi di Firenze.
Per realizzare il progetto, sono stati già stanziati fondi statali per circa 50 milioni di euro, con l’incremento della superficie totale espositiva della sede museale dagli attuali 5400 a circa 12000 metri quadri.
Anche la pinacoteca di Brera a Milano cambia volto, liberando opere dai depositi: stanziati 17milioni di euro nel 2012 per consentire l’ampliamento della Pinacoteca negli spazi contigui di palazzo Citterio.

E Palazzo Fuga?

Musealizzazione progressiva, ovvero iniziare a disporre le opere d’arte negli spazi già restaurati con bassi costi di adeguamento, richiedendo alle autorità competenti il vincolo di destinazione d’uso dell’intera struttura per realizzare a Napoli il Museo più grande del Mondo, fondamentale per garantire il successo al progetto, generando turismo e indotto.

Attività di supporto

il progetto del Museo di Palazzo Fuga non sarebbe  svincolato dalla realtà.
Abbiamo pianificato le stagioni dell’arte, dodici mesi di eventi in città, per valorizzare la rete museale napoletana, il Museo diffuso ed il patrimonio artistico del centro storico, con attività culturali pianificate e percorsi storici monotematici alternati nei dodici mesi: eventi musicali e teatrali, gastronomici e percorsi letterari oltre a manifestazioni di artigianato locale a confronto con l’arte antica e contemporanea.
La pianificazione degli eventi avverrà coordinando le iniziative delle associazioni culturali, di categoria e di settore, le scuole e le università per attrarre flussi turistici, creando nuove professionalità, avvicinando i giovani al territorio con attività di supporto.