Massimo Masiello: “Vivere alla Sanità è una scelta di cuore”

Reduce dal portentoso successo di “Pascià”, di cui è stato uno dei protagonisti, al teatro Augusteo Massimo Masiello si racconta

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Dalla Sanità alla ribalta dei migliori palcoscenici d’Italia. E’ la storia di Massimo Masiello, classe 1971, reduce dall’enorme successo di critica e di pubblico dello spettacolo “Pascià” che lo ha visto affiancato a personaggi del calibro di Peppe Lanzetta, Federico Salvatore, Francesca Marini e Caterina de Santis. Una passione, quella per il teatro e per la musica che Massimo porta avanti da quasi 25 anni e che lo ha visto collaborare con registi di fama e con mostri sacri del teatro quali Luca de Filippo, Carlo Croccolo, Tommaso Bianco e Aldo Giuffrè.

Il successo di “Pascià”, uno spettacolo che ha riscosso fiumi di critiche positive da addetti ai lavori e pubblico

Masiello spiega i motivi che hanno portato il pubblico ad affollare le sale dell’Augusteo per Pascià, uno spettacolo in cui si fondono gli elementi della musica contemporanea e il messaggio di denuncia sociale. “Penso che il successo dello spettacolo sia dovuto alla sete di verità che c’è tra la gente. Abbiamo visto il teatro pieno ogni sera e ogni sera ci risultava quasi impossibile uscire di scena a causa del numero di persone che venivano fin sotto il palco per stringerci la mano – racconta Masiello – è stata una esperienza bellissima e la dimostrazione che la gente vuole questo tipo di teatro. La gente vuole spettacoli che rappresentino la realtà, che raccontino storie vere e in questo Pascià ha colto nel segno. Abbiamo raccontato storie vere, storie che capitano tutti i giorni in una città difficile come Napoli e che il pubblico potrebbe tranquillamente trovare in un articolo di giornale”.

“Vivo al rione Sanità, sarei potuto emigrare anche io ma ho fatto una scelta di cuore”

“Ho sempre vissuto nel rione Sanità – confessa – e l’ho fatto per una scelta di cuore. Il lavoro che faccio è un lavoro che va fatto con il cuore prima che con la testa e solo stando a contatto con la mia famiglia, con le persone che amo e con il quartiere dove sono cresciuto posso sentire ancora quella spinta che chi fa questo lavoro deve sentire quando entra in scena”. La scelta di vivere a Napoli e in un quartiere difficile come la Sanità poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio per Masiello. Una scelta doppiamente coraggiosa, quindi, dell’artista che ha scelto non solo di rimanere nella sua città ma di non trasferirsi in uno dei “salotti buoni”. Il contatto quotidiano con una realtà così complessa lo ha portato ad essere un profondo conoscitore della gente del quartiere, di coloro i quali vivono il territorio tutti i giorni: “Quando guardo le persone del mio quartiere – racconta Masiello – vedo in loro una energia, una voglia di fare e di emergere che mi fa rabbia e tristezza allo stesso tempo. Spesso le energie di queste persone potrebbero portare a ben altri risultati se correttamente incanalate, purtroppo questo non sempre, anzi quasi mai, avviene e si assiste così al fenomeno dei ragazzini che vivono al di sopra delle regole, che vengono attratti dalla criminalità e dai facili guadagni”.

“Ai giovani di oggi non mancano la voglia e le capacità, manca una guida”

“Purtroppo non esiste una ricetta magica per le cure di questa città. I napoletani però possono essere i medici di loro stessi, perché tutto quello che ci serve lo abbiamo già. Dovremmo solo imparare a indirizzare meglio i nostri sforzi e in questo è di fondamentale importanza la vicinanza delle istituzioni. Bisogna creare infrastrutture, luoghi di aggregazione dove i ragazzi possono sfogarsi lontani dalle tentazioni della strada. In questo anche il teatro – propone – può fare la sua parte. All’Augusteo sono venuti a vedere lo spettacolo tantissimi ragazzi, un vero fiume di giovani che in certi momenti trasformavano il teatro in una vera e propria curva da stadio tanto dall’entusiasmo che dimostravano. I giovani vogliono riavvicinarsi al teatro, non è vero che non lo amano. Quello che manca, purtroppo, sono le condizioni affinchè possano farlo”.

Il futuro di Massimo Masiello, tra musica e teatro strizzando l’occhio al rione Sanità

Terminato il ciclo di Pascià, che lo ha visto impegnato al teatro Augusteo, Massimo Masiello – ribattezzato da critica e dai suoi fan il “Massimo Ranieri del rione Sanità” – racconta i suoi progetti per il futuro: “E’ in uscita il mio nuovo singolo – spiega – prodotto da Jerry Fusco e che porta la firma di Giancarlo Vorzitelli. Per l’anno nuovo, invece, sarò di nuovo a teatro, al Sancarluccio, con uno spettacolo su Umberto Bindi”. Tutto sempre strizzando l’occhio al suo quartiere. Masiello può rappresentare per tantissimi giovani che vivono in contesti difficili l’esempio che con la forza, la caparbietà e la voglia di emergere si possono toccare vette inaspettate.