Sono oltre 500mila gli studenti che domani saranno alle prese con l’esame di maturità: si parte alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi.
E’ ormai alle porte il grande giorno per gli oltre 500mila studenti che saranno alle prese con l’esame di maturità. Si parte infatti domani, mercoledì 21 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi.
Si prosegue giovedì 22 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio – le date verranno fissate dai singoli istituti – che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato. L’esame torna dunque alla formula tradizionale pre-Covid. Quest’anno saranno 536.008 gli studenti coinvolti nelle prove (521.015 candidati interni e 14.993 esterni), mentre le commissioni sono 14mila, per un totale 27.895 classi. Il voto finale dell’esame di maturità è espresso in centesimi: massimo 40 punti per il credito scolastico; massimo 20 punti per il primo scritto; massimo 20 punti per il secondo scritto; massimo 20 punti per il colloquio. La commissione può assegnare fino a 5 punti di “bonus” per chi ne ha diritto. Dalla somma di tutti questi punti risulta il voto finale dell’esame. Il punteggio massimo è 100 (con la possibilità della lode). Il punteggio minimo per superare l’esame è 60/100.
I numeri dei candidati
Un esame di Stato con classi un po’ più vuote quello che si svolgerà da domani. Tra interni e privatisti saranno infatti 536.008 i candidati che da mercoledì 21 giugno affronteranno la prima prova della maturità 2023, tornata alle regole precedenti il periodo pandemico. Per la precisione sono 3.670 candidati in meno di quelli della maturità 2022, quando si erano presentati all’esame in 539.678. Saranno complessivamente 521.015 i candidati interni (1.758 in meno di quelli del 2022) e 14.993 candidati privatisti esterni (1.812 in meno dell’anno scorso). Unica eccezione, come avviene ormai da anni, l’aumento significativo del numero di candidati interni degli istituti paritari. La rivista specializzata Tuttoscuola analizza i numeri della maturità 2023. Tornando alla situazione delle paritarie, qui l’anno scorso i candidati interni erano stati 49.049, quest’anno sono 51.734, cioè 1.685 in più. Nel 2021 erano stati 3.365 in più dell’anno precedente e nel 2020 ancora 4.784 in più.
È la Campania con 82.742 candidati complessivi ad avere, ancora una volta, il più elevato numero di giovani che affronteranno tra poco la maturità 2023: quasi un candidato su sette dei 536mila registrati dal Ministero. Seguono la Lombardia con quasi 75.988 candidati, il Lazio 52.391. Tra candidati interni e privatisti in scuole statali e paritarie è la provincia di Napoli con 44.008 candidati ad avere il più elevato numero di maturandi (30.314 nelle statali e 13.694 nelle paritarie). Napoli da sola ha più candidati del Veneto (39.356), della Puglia (37.863), dell’Emilia-Romagna (35.405), del Piemonte (32.857), della Toscana (29.822) o dell’Abruzzo, Basilicata e Calabria messe insieme (10.622, 5.353 e 18.797).
In forza di questi numeri, a Napoli saranno impegnate per gli esami 1.020 commissioni, cinque in più di tutte le commissioni che opereranno in Puglia per Bari, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto. Per numero di candidati, dopo Napoli, c’è Roma con 38.559 (32.678 nelle statali e 5.881 nelle paritarie), seguita da Milano con 24.555 e da Torino con 17.670. Subito dopo il capoluogo piemontese viene Salerno con 17.326 candidati che precede Bari con 15.276, Caserta con 13.049, Palermo con 11.838 e Catania con 10.940.
I candidati privatisti che si presentano alla maturità 2023 in istituti statali o paritari sono complessivamente 14.993 su un totale di 536.008, pari al 2,8%. Nella maturità 2022 erano stati 16.805 su un totale di 539.678, pari al 3,1%. Con riferimento ai distinti settori statali e paritari, i candidati privatisti nei primi sono complessivamente 10.557 su 479.838 pari al 2,2%, mentre nei secondi sono 4.436 su 56.170, pari al 7,9%. La Lombardia con 2.569 privatisti su un totale di 75.988 candidati, pari al 3,4%, registra in valore assoluto il dato più elevato di candidati esterni, seguita dalla Campania con 2.529 privatisti su un totale di 82.742 candidati, pari al 3,1%, e dalla Sicilia con 2.227 privatisti su un totale di 48.580 candidati, pari al 4,6%. Il Lazio con 1.530 privatisti su un totale di 52.391 candidati registra il 2,9% Ma la regione che risulta con la percentuale più elevata di candidati esterni tra tutte le regioni è la Calabria con 1.026 privatisti su un totale di 18.797 candidati, pari al 5,5%.
Il telefonino
Quest’anno l’esame finale delle scuole superiori riprende il suo formato standard, con entrambe le prove scritte preparate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Quanto basta per alzare il livello dell’attenzione su possibili “bufale” legate alle regole di base. Cosa che puntualmente fa la Polizia Postale e delle Comunicazioni con Maturità al sicuro, la campagna di sensibilizzazione svolta assieme al portale specializzato Skuola.net, che per il sedicesimo anno consecutivo si pone proprio l’obiettivo di “smontare” le principali fake news sull’argomento.
Lo sviluppo tecnologico va avanti moltiplicando gli strumenti a disposizione degli studenti ma anche le possibilità di commettere dei fatali errori di valutazione che possono portare alla esclusione dall’esame. Il rischio è concreto, basta osservare le risposte date dagli oltre 1.000 maturandi raggiunti dal monitoraggio effettuato proprio da Skuola.net per la Polizia di Stato a circa una settimana dal via della Maturità 2023. Quasi uno studente su quattro, ad esempio, è convinto che durante le prove scritte gli smartphone si possono tenere con sé in postazione. Quando, invece, devono essere consegnati al banco della commissione, come correttamente dimostra di sapere il 77% del campione interpellato.
E se il 18% è consapevole che comunque i telefoni debbano rimanere rigorosamente spenti, il 5% pensa che si possano persino usare rischiando al massimo di essere richiamati o penalizzati in fase di correzione e non, come potrebbe avvenire, di essere esclusi dall’esame. Qualcosa di simile avviene con un altro “sorvegliato speciale”: lo smartwatch. In questo caso è quasi uno su cinque a pensare che, se non è connesso a Internet, si possa tenere al polso durante le prove scritte. Anche questa è una credenza erronea, perché il suo uso è bandito tanto quanto quello del telefonino.
Maturità al sicuro, però, serve anche per instradare sulla retta via anche chi, al contrario, si avvicina all’esame con timori di orwelliana memoria. Circa un maturando su sei, infatti, è convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone “da remoto” per capire chi eventualmente sta copiando; cosa assolutamente non corrispondente al vero. E addirittura il 38% ritiene che, durante le prove, i membri della commissione possano perquisire gli studenti, alla ricerca di oggetti proibiti. Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate, invitando comunque alla prudenza, visto che la commissione d’esame ha il diritto di escludere i candidati colti in “flagranza di copiato”.
E poi c’è il grande tema delle tracce d’esame. Specie di quelle dello scritto di Italiano. Sono ancora tanti gli studenti che pensano di trovare in anticipo i contenuti della prova, soprattutto online. Ad avere ben presente che sul web si possono trovare solo indiscrezioni è “solo” l’80% dei maturandi. Il 16%, invece, crede che quantomeno gli argomenti vengano diffusi prima; il 4% crede che con le giuste mosse si possano mettere le mani con qualche ora di vantaggio sulle tracce vere e proprie. E oltre uno su tre pensa che il Ministero possa cambiare le tracce anche all’ultimo minuto. Così non stupisce che circa uno su sette sia tentato, nell’immediata vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell’imbeccata vincente.