Maurizio De Giovanni: “In ‘Fiori’ i Bastardi mostrano uno spirito di squadra mai avuto prima”

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Lo scrittore napoletano nell’anno della pandemia vede primi in classifica tre romanzi delle sue diverse serie: prima dei Bastardi erano stati al top ‘Una lettera per Sara’ e ‘Troppo freddo per settembre’

I Bastardi di Pizzofalcone mostrano uno spirito di squadra che non avevano mai avuto nel nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, ‘Fiori‘ (Einaudi Stile Libero), che non ha fatto in tempo ad uscire ed è schizzato in testa alle classifiche. Da vero recordman lo scrittore nel 2020, l’anno della pandemia, vede così primi in classifica tre romanzi delle sue diverse serie: prima dei Bastardi erano stati al top ‘Una lettera per Sara’ (Rizzoli) e ‘Troppo freddo per settembre’ (Einaudi), con protagonista l’assistente sociale che lavora nei Quartieri Spagnoli Gelsomina, detta Mina.

E non finisce qui: perchè tre saranno anche le serie tv che arriveranno su Rai1 nel 2021: la terza dei Bastardi, Ricciardi e Mina Settembre. “E’ vero in qualche modo sono recordman, ma inconsapevolmente. Senza aver sollecitato nulla” dice De Giovanni. “Ho dei lettori molto attenti ed appassionati. Sono contento. Questa è una cosa che per me vale più di qualsiasi premio letterario. Nell’anno ho avuto la fortuna di avere tre romanzi diversi che hanno avuto l’onore di essere primi in classifica. E questo è tanto. Ringrazio i miei lettori, sono incantato” spiega lo scrittore.

Ma come si spiega questo enorme successo? “Non me lo spiego. Sono saldamente convinto che non ci sia una ricetta, altrimenti esisterebbe un solo libro. Posso dire che scrivo con profonda partecipazione emotiva, con grande coinvolgimento personale e il lettore lo sente” afferma De Giovanni.

Un anziano fioraio, amato da tutti nel quartiere di Pizzofalcone, una specie di “nonno civico“, viene letteralmente massacrato. Un altro caso difficile da risolvere per la squadra dell’ispettore Giuseppe Lojacono che segue diverse piste oltre a quella della criminalità organizzata, poco convincente.

Con la serie de I Bastardi parto sempre dal titolo che è ogni volta di una parola sola e orienta tutta la narrazione. I fiori e quindi la primavera e quindi un fioraio, una cosa un po’ fuori dal tempo perchè i fiori nella vita attuale non hanno l’importanza che avevano negli anni Cinquanta-Sessanta. E anche il fioraio, Savio Niola, è un uomo fuori dal tempo, è anziano. Il lavoro sulla vita di Niola mette i Bastardi nelle condizioni di capire che pur essendo un uomo molto amato, che non ha fatto niente di male, più persone potrebbero aver avuto interesse a vederlo morto” racconta De Giovanni.

La falsariga narrativa è il pregiudizio “positivo o negativo che sia è sempre un errore, una cosa pericolosa. Anche il pregiudizio della criminalità organizzata e del racket alla fine orienta in maniera sbagliata le prime indagini” sottolinea.

Nono romanzo con i Bastardi e decimo con l’ispettore Lojacono, ‘Fiori‘ vede nuove interazioni tra i personaggi. “In ogni mio romanzo ci sono evoluzioni. Con ‘Fiori’ si insinua tra i Bastardi lo spirito di squadra. Finora hanno mantenuto una certa diffidenza, un atteggiamento non particolarmente comprensivo. Adesso è come se avessero sviluppato, se non un’amicizia una certa fiducia e una maggiore vicinanza. Si completa la costruzione della squadra” sottolinea e spiega che ‘Fiori’ “non è ispirato a una storia vera, grazie a Dio“.

A gennaio 2021 comincerà a scrivere un nuovo libro della serie di Sara. “Sto completando le ricerche. Sarà ambientato tra presente e passato. Il titolo dovrebbe essere ‘Gli occhi di Sara’“. Entrerà anche il Covid? “Spero di poter fare a meno di raccontarlo. Nei romanzi teniamolo fuori” afferma lo scrittore che ha vissuto il lockdown senza troppe modifiche alla sua vita.

E di questa seconda ondata che blinda il Natale dice: “Siamo stanchi e ci siamo abituati. Due cose sbagliate, che inducono all’errore. Il Covid 19 è una cosa pericolosa, grave e lo sta diventando sempre di più. Io sono fortunato perchè faccio un lavoro che posso fare da casa. Non dobbiamo dimenticare di essere privilegiati“.

La morte di Maradona lo ha profondamente addolorato: “è stato l’uomo che ha insegnato a questa città che può vincere. Nessuno prima e nessuno dopo ha mai saputo prendere per mano questa città e portarla in vetta. Ogni volta che si pensa a un Rinascimento di questa città il pensiero va a Maradona in maniera pressochè istintiva” dice De Giovanni che è autore di un libro, ‘Il resto della settimana‘ (Rizzoli), in cui c’è tanto di quello che ha significato Maradona per la città. “Non lo ho mai nominato nel mio romanzo in cui parlo tantissimo di lui. E’ così fortemente connesso con noi che non ce ne era bisogno. Ho molto rispetto per quest’uomo, per la sua morte. E’ un santo patrono” spiega e non pensa che tornerà a scrivere di Maradona: “non sono un tipo da instant book“.

A inizio 2021 arriva anche il film ‘Il silenzio grande‘, tratto dall’omonima piece teatrale di De Giovanni, con la regia di Alessandro Gassmann che firma anche la sceneggiatura con lo scrittore e Andrea Ozza.

Alessandro aveva già diretto il mio adattamento di ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’. Questa è la sua seconda cosa con me ed è raro che un regista migliori sensibilmente l’opera e il testo come fa lui. Alessandro fa in modo che le immagini e la recitazione, le scene siano un moltiplicare dei valori del testo. La sua regia è sempre di grandissimo spessore” dice De Giovanni che ora è tutto per ‘Fiori’.