Maurizio de Giovanni, tredici anni di un ciclo narrativo e foto esclusive del saluto al commissario Ricciardi

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'Quanno nascette ninno, nella Chiesa del Gesù Vecchio a Napoli

Una Ultima presentazione all’insegna del teatro, quella di ieri sera al Maschio Angioino con Maurizio de Giovanni che ha salutato Luigi Alfredo Ricciardi con l’abbraccio di almeno 700 lettori immobilizzati davanti a un reading – spettacolo itinerante a cura della Compagnia teatrale Il pozzo e il pendolo. Guidati dalla regia di Annamaria Russo, gli attori Marianita Carfora, Salvatore Catanese, Paolo Cresta, Sonia De Rosa, Rosalba Di Girolamo con le loro familiari voci hanno tenuto in religioso silenzio per più di un’ora il pubblico arrivato due ore prima per scegliere la migliore posizione da occupare. Parole e musica complici grazie a Enzo Grimaldi e Giacinto Piracci, che insieme alle note di Marco Zurzolo hanno creato le immagini di una storia che ha chiuso un ciclo, e forse chissà, ne aprirà un altro.

Una commozione certamente palpabile quella di chi ha seguito per 13 anni le vicende di un personaggio che solo in Italia ha venduto oltre 2,5 milioni di copie e che è arrivato ad essere tradotto in 31 paesi, in otto lingue. Un chiaro successo quello del commissario Ricciardi, la cui uscita di scena però non necessariamente significherà la fine dell’universo parallelo che grazie a lui è stato creato. La vicenda che gli riguarda è sì finita, e non è detto che lo stesso valga per chi lo ha accompagnato.

“Tutto il dolore del mondo, è questo che la vita ha riservato a Ricciardi. Almeno fino a un anno fa. Poi, a dispetto del buonsenso e delle paure, un pezzo di felicità lo ha preso al volo pure lui. Solo che il destino non prevede sconti per chi è condannato dalla nascita a dare compassione ricevendo in cambio sofferenza, e non è dunque su un omicidio qualsiasi che il commissario si trova a indagare nel torrido luglio del 1934. Il morto è l’uomo che per poco non gli ha tolto la speranza di un futuro; il principale sospettato, una donna che lo ha desiderato, e lo desidera ancora, con passione inesauribile. Così, prima di scoprire in modo definitivo se davanti a sé, ad attenderlo, c’è una notte perenne o se ogni giorno arriverà l’alba con le sue promesse, deve ancora una volta, più che mai, affrontare il male. E tentare di ricomporre, per quanto è possibile, ciò che altri hanno spezzato. Con un colpo di scena struggente il commissario Ricciardi chiude il suo ciclo.”

Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi, dal 25 giugno in libreria.

Foto di Giulia Parasole.