La Polizia ha dato esecuzione questa mattina ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 persone (14 in carcere, 3 ai domiciliari) alle quali sono contestate, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e di associazione per delinquere finalizzata al traffico di quantitativi di sostanze stupefacenti. Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni di ingente valore. L’operazione, coordinata dalla Dda, è diretta contro il clan Amato-Pagano, arresti anche in Spagna.
Le indagini della Squadra Mobile, che si è avvalsa del supporto del Servizio Centrale Operativo, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dell’ Interpol, hanno riguardato due distinte organizzazioni criminali che si sono spartite la gestione del mercato all’ingrosso della cocaina e hashish nell’area a Nord di Napoli.
E’ stato accertato come nel clan camorristico Amato/Pagano, Rosaria Pagano, destinataria del provvedimento restrittivo, sorella di Cesare Pagano e moglie di Pietro Amato, fratello defunto del boss Raffaele Amato, avesse assunto un ruolo di vertice e gestito direttamente gli affari illeciti del clan. Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti arresti anche in Spagna e sequestrati beni di ingente valore tra cui società ed attività commerciali a Napoli, Roma e Caserta. Sequestrate anche unità immobiliari, beni mobili, conti correnti.
Secondo le indagini della Squadra Mobile di Napoli, il clan Amato-Pagano, costituito in origine dagli “scissionisti” del clan Di Lauro, non ha più il i monopolio del traffico di cocaina nell’area nord di Napoli, ma agisce in concorrenza con un altro gruppo criminale, le “Cinque famiglie di Secondigliano”, che utilizzano canali alternativi di approvvigionamento della droga creati dal pregiudicato Mario Avolio, 51 anni, ex esponente di spicco degli “scissionisti”. Il clan Amato-Pagano, tuttavia è riuscito a mantenere quote importanti nello spaccio di droga nella periferia nord di Napoli, e tendeva a riaffermare la propria supremazia.