“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca
Rubrica settimanale di Paola Dama
I medici rifiutano di sottoporsi alla chemioterapia?
Da premettere che gli argomenti trattati da questa rubrica non vogliono entrare nel merito delle discussioni economiche-commericiali e politiche sociali, piuttosto vogliono solo cercare di indicare ai lettori il criterio per poter giudicare delle notizie attendibili. L’intento è quello di “revisionare” notizie che girano viralmente sui social network.
La notizia di questa settimana è la tanto dibattuta chemioterapia. L’argomento è delicato e mi rendo conto che molte persone sono sensibili, pertanto cercherò di essere quanto più chiara possibile.
Leggiamo su un blog:
“SCIOCCANTE -Il 75% dei medici rifiuta la chemioterapia per se stessi. Perché?”
http://www.signoraggio.it/scioccante-il-75-dei-medici-rifiuta-la-chemioterapia-per-se-stessi-perche/
Ed un altro articolo è titolato:
“Tre medici americani su quattro rifiutano la chemioterapia!”
http://www.losai.eu/tre-medici-americani-su-quattro-rifiutano-la-chemioterapia/
E questo è il link più recente
“La truffa della chemioterapia. Sapere è un dovere”
http://sapereeundovere.it/la-truffa-della-chemioterapia/
Ecco cosa in queste ultime settimane sta girando su facebook continuando a disarmare e sfiduciare le persone, soprattutto chi si affida a questo tipo di cure. Abbiamo trovato la risposta in questo interessante articolo ” Do Doctors Refuse Chemotherapy On Themselves?” al link
Do Doctors Refuse Chemotherapy On Themselves?
Postato nel maggio del 2010.
Proviamo a fare una sintesi chiara di quanto ben documentato attraverso anche le ottime referenze dell’articolo, che pare attribuisca l’origine di questa affermazione scioccante ed ingannevole al libro di Philip Day:
«Alcuni scienziati del McGill Cancer Center hanno inviato un questionario a 118 medici, tutti esperti nel cancro polmonare, per stabilire che livello di fiducia avessero nelle terapie che applicavano. Fu chiesto loro di immaginare che essi stessi avessero contratto il male e quale delle sei terapie correnti avrebbero scelto. Risposero 79 dottori, e 64 di loro risposero che non avrebbero mai accettato di sottoporsi a terapia con cis-platino (una delle terapie che usavano più comunemente) mentre 58 sui 79 si dissero convinti che tutte le terapie sperimentali sopra citate non erano accettabili per l’inefficacia e per l’alto livello di tossicità della chemioterapia» (Philip Day, «Cancer: Why we’re still dying to know the truth», Credence Publications, 2000).
La prima cosa che colpisce è che il sondaggio del 1985 non è stato eseguito, come Philip reclama oggi, su tutte le terapie disponibili per il cancro del polmone, ma solo sul cis-platino, che allora era una nuova chemioterapia con notevoli effetti collaterali. La domanda inoltre ha riguardato l’uso di cisplatino come trattamento palliativo per “metastasi ossea sintomatica”, per l’incurabile cancro ai polmoni non a piccole cellule . L’indagine del 1985 ha rilevato che solo un terzo dei medici ed infermieri di oncologia avrebbe acconsentito alla chemioterapia in una situazione come questa.
Inoltre,
proprio in merito a questo sondaggio svolto nel 1985, ed in risposta alle dichiarazioni dell’American Society of Oncology (ASCO) in cui ci si chiedeva se questi dati fossero ancora validi, il dottor Smith e colleghi condussero una nuova indagine sulle opinioni degli oncologi alla riunione annuale del National Comprehensive Cancer Network del 1997 (NCCN). I risultati di tale indagine sono riassunti e analizzati in questo lavoro Would Oncologists Want Chemotherapy If They Had Non-Small-Cell Lung Cancer?
( http://www.cancernetwork.com/display/article/10165/66128?verify=0 )
Il lavoro fa questa breve ed interessante premessa.
Raccomandazioni terapeutiche per il carcinoma polmonare non a piccole cellule [1-3] sono cambiate notevolmente nel corso degli ultimi 20 anni, sulla base di prove che la chemioterapia migliora la sopravvivenza [4-8] ed è in grado di attenuare i sintomi. [9] L’uso combinato di chemioterapia e radioterapia, con o senza intervento chirurgico, ha anche migliorato sensibilmente la sopravvivenza a 1-2-5 anni dei pazienti con malattia localmente avanzata, [4,5] anche se a scapito di un aumento moderato della tossicità [10. 11] Non ci sono indicazioni, tuttavia, che non tutti gli oncologi sono al passo con questi miglioramenti, e che la conoscenza non sempre guida la pratica. [12]
La domanda posta era:
“Tu sei un oncologo di 60 anni con carcinoma non a piccole cellule del polmone, una metastasi al fegato e metastasi ossee. Vuoi curarti con la chemioterapia? Sì o no? “
Di circa le 300 persone presenti, 126 (42%) ha risposto al sondaggio. La maggioranza degli intervistati (51%) erano oncologi e ematologi.
I risultati complessivi del sondaggio del 1997 dimostra che il 64,5% sarebbe disposto a curarsi con la chemioterapia – di coloro che sono disposti ad avere la chemioterapia e la radioterapia la percentuale è quasi duplicata passando dal 34% al 64,5%, mentre di coloro che vorrebbero essere trattati dalla sola chemioterapia è quadruplicato passando dal 17% al 64,5%
Interessanti sono le conclusioni del lavoro, che elenchiamo di seguito.
- La prima, era il numero di medici oncologi che avessero scelto di sottoporsi a chemioterapia, rispetto a quello del sondaggio precedente riportato nel lavoro di Mackillop ( Mackillop WJ, O’Sullivan B, Ward GK: Non-small-cell lung cancer: How oncologists want to be treated. Int J Radiat Oncol Biol Phys 13:929-934, 1987. ). Ciò suggerisce che questi “Informed Consumers” hanno riconosciuto il maggiore beneficio clinico e la ridotta tossicità clinica della chemioterapia di quegli anni facendo scelte coerenti con le linee guida nazionali per la pratica clinica.
- In secondo luogo, anche se la chemioterapia si era dimostrata più efficace rimaneva circa un terzo di oncologi medici e infermieri di oncologia che non avevano fiducia nel trattamento . La loro volontà di rinunciare al piccolo, ma palpabile beneficio di sopravvivenza indica che il trade-off tra la sopravvivenza e la tossicità non è del tutto una chiara scelta. Questo suggerisce che una discussione completa sia dei benefici che della tossicità associate con la chemioterapia è ancora estremamente importante per i pazienti. I dati indicano inoltre che i pazienti di fronte a morte certa sono disposti ad accettare la tossicità sostanziale anche per una piccola possibilità di miglioramento della sopravvivenza, molto più di quanto i loro medici e ed infermieri. [15]( Davies et al )
- In alternativa, una terza possibilità per i risultati ottenuti è che la conoscenza di alcuni medici oncologi è ancora in ritardo rispetto ai risultati pubblicati. Ci sono buone evidenze che talvolta essere aggiornati è difficile, può richiedere anni per cambiare gli atteggiamenti, e comunque non sempre porta ad un cambiamento nella pratica. [12]
In conclusione.
Non è affatto vero che i medici rifiutano la chemioterapia per loro stessi, eppure su ogni sito web dediti alla promozione di cure alternative al cancro si sostiene che la maggior parte dei medici, se non addirittura tutti di principio avrebbero rifiutato la chemioterapia per loro stessi a causa della sua alta tossicità ed inefficacia. Mentre, proprio questi stessi medici, hanno affermato di essere perfettamente felici di versare lo stesso veleno nel loro pazienti – solo a scopo di lucro, in quanto è questa l’insinuazione standard.
Gli articoli che girano in rete fanno riferimento quindi a sondaggi che sono stati poi successivamente rifatti ed aggiornati relativamente alle conoscenze del momento.
Pertanto,
sarebbe doveroso sottoporre le persone ad una altro sondaggio, con buona probabilità che i risultati sarebbero ancora più elevati a favore delle tarapie ufficiali, dato che nel corso degli anni, la chemioterapia è migliorata notevolmente ed i farmaci utilizzati presentano una riduzione significativa degli effetti collaterali.
http://www.cancerresearchuk.org/cancer-info/news/archive/cancernews/2011-12-05-Chemo-after-breast-cancer-surgery-cuts-deaths-by-one-third?rss=true
Così, i medici veramente rifiutano di sottoporsi alla chemioterapia?
No, sicuramente non lo fanno.
Referenze
1. American Society of Clinical Oncology: Clinical practice guidelines for the treatment of unresectable non-small-cell lung cancer. J Clin Oncol 15:2996-3018, 1997.
2. Evans WK, Newman T, Graham I, et al: Lung cancer practice guidelines: Lessons learned and issues addressed by the Ontario Lung Cancer Disease Site Group. J Clin Oncol 15:3049-3059, 1997.
3. Ginsberg RJ, Vokes EE, Raben A: Non-small cell lung cancer, in Cancer: Principles & Practice of Oncology, pp 858-911. Philadelphia, Lippincott-Raven, 1997.
4. Non-Small-Cell Lung Cancer Collaborative Group: Chemotherapy in non-small-cell lung cancer: A meta-analysis using updated data on individual patients from 52 randomized clinical trials. Br Med J 311:899-909, 1995.
5. Pritchard RS, Anthony SP: Chemotherapy plus radiotherapy compared with radiotherapy alone in the treatment of locally advanced, unresectable, non-small-cell lung cancer. Ann Intern Med 125:723-729, 1996.
6. Grilli R, Oxman AD, Julian JA: Chemotherapy for advanced non-small-cell lung cancer: How much benefit is enough? J Clin Oncol 11:1866-1872, 1993.
7. McVie JC: Non-small-cell lung cancer: Meta-analysis of efficacy of chemotherapy. Semin Oncol 23:12-14, 1996.
8. Souquet PJ, Chauvin F, Boissel JP, et al: Polychemotherapy in advanced non-small-cell lung cancer: A meta-analysis. Lancet 342:19-21, 1993.
9. Adelstein DJ: Palliative chemotherapy for non-small-cell lung cancer. Semin Oncol 22:35-39, 1995.
10. Brundage MD, Groome PA, Feldman-Stewart D, et al: Decision analysis in locally advanced non-small-cell lung cancer: Is it useful? J Clin Oncol 15(3):873-883, 1997.
11. Smith TJ, Hillner BE, Mitchell RB: Decision analysis in non-small-cell lung cancer: Not back to the drawing modeling board, back to the bedside. J Clin Oncol 15:870-872, 1997.
12. Raby B, Mackilop WJ: Does knowledge guide practice? Another look at the management of non-small-cell lung cancer. J Clin Oncol 13:1904-1911, 1995.
13. Mackillop WJ, O’Sullivan B, Ward GK: Non-small-cell lung cancer: How oncologists want to be treated. Int J Radiat Oncol Biol Phys 13:929-934, 1987.
14. Lind SE, DelVecchio MJ, Minkovitz CS, et al: Oncologists vary in their willingness to undertake anti-cancer therapies. Br J Cancer 64:391-395, 1991.
15. Slevin ML, Stubbs L, Plant HJ, et al: Attitudes to chemotherapy: Comparing views of patients with cancer with those of doctors, nurses, and general public. Br Med J 300:1458-1460, 1990.
16. Davies E, Clarke C, Hopkins A: Malignant cerebral glioma. I: Survival, disability, and morbidity after radiotherapy. Br Med J 313:1507-1512, 1996.
17. Davies E, Clarke C, Hopkins A: Malignant cerebral glioma. II: Perspectives of patients and relatives on the value of radiotherapy. Br Med J 313:1512-1516, 1996.
18. The SUPPORT Principal Investigators: A controlled trial to improve care for seriously ill hospitalized patients: The study to understand prognoses and preferences for outcomes and risks of treatments (SUPPORT). JAMA 274:1591-1598, 1995.
19. Tsevat J, Cook EF, Green ML, et al: Health values of the seriously ill. Ann Intern Med 122:514-520, 1994.
Ai seguenti link gli articoli precedenti della rubrica
- Intervista Giugno 12, 2013
https://www.roadtvitalia.it/paola-dama-columbus-ohio-ricercatrice-napoli/
- Numero zero Giugno 24, 2013
“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca
- Numero uno Luglio 1, 2013
La causa principale del cancro e la sua falsa storia su fb
- Numero due Luglio 8, 2013
Il Nesso di Causalità ed i Ministri
- Inchieste Luglio 8, 2013
- Evento Luglio 9, 2013
Scienza & Napoli, evento (VIDEO)
- Numero tre Luglio 14, 2013
Il Maltolo, molecola anti-tumorale, il giornalista ed il ricercatore