Per 2 medici su 3 è difficile andare in ferie. La denuncia di Cristina Patrizi, segretario Omceo Roma
“Almeno 2 medici di medicina generale su 3 hanno difficoltà ad andare in ferie, anche solo per pochi giorni, perché stentano a trovare sostituti. È una situazione difficilissima”. A denunciarlo è Cristina Patrizi, segretario Omceo Roma, che con l’arrivo di agosto torna a lanciare “un vero e proprio grido di dolore” sul tema.
“Ci sono molti colleghi, ormai stremati da oltre due anni di pandemia, che non riescono ad affrontare serenamente pochi giorni di vacanza – spiega – in tanti hanno dovuto ridurre i giorni di ferie o devono continuare a lavorare da remoto rispondendo a mail e messaggi dei pazienti.
È una difficoltà che in estate si accentua ma in generale il problema delle coperture c’è tutto l’anno, si fa fatica a trovare un sostituto anche se il medico deve assentarsi per motivi di salute tanto che ci sono colleghi che anche con il Covid hanno continuato a lavorare da remoto. È una situazione che lede le condizioni elementari del diritto al lavoro”.
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“È un problema che nella medicina generale è particolarmente grave visto l’assetto contrattuale che non prevede neanche il ristoro delle ferie nè della malattia – continua Patrizi -, ma riguarda anche la specialistica ambulatoriale e i colleghi di continuità assistenziale. Pure lì, infatti, ci sono delle carenze a cui nessuno riesce a far fronte, nè le aziende nè i medici attingendo alla rete di sostituti o di colleghi non ancora titolari disponibili alle sostituzioni”.
Mail e messaggi dei pazienti a tutte le ore e anche nel weekend, difficoltà a cui si aggiunge “un sistema ormai malato – prosegue Patrizi – in cui i pazienti inviano continuamente al proprio medico messaggi, mail, whatsapp, a tutte le ore del giorno, anche sabato e domenica. Si è perduta la giusta regolazione”.
“Abbiamo necessità di avere a regime un sistema con garanzie per tutti i medici di medicina generale – sottolinea il segretario Omceo Roma – e al di là di quello che sarà il prossimo governo, chiediamo che venga affrontato il problema della riorganizzazione del territorio. Nel dm 71/77 abbiamo delle linee di diritto e poi c’è la necessità di affrontare il nuovo accordo nazionale oltre a quella di porre in essere quello attuale (2016/2018) che a livello regionale deve essere declinato.
Come Ordini – conclude Patrizi – chiediamo che siano garantite le condizioni professionali e lavorative, sia dei medici di medicina generale sia, in generale, dei medici convenzionati. Chiediamo che il governo presti la massima attenzione a questi temi perché la Sanità del territorio è una ‘front line’: abbiamo degli eserciti sul campo ma senza le armi e senza le giuste tutele”.