Melilla, scontri e morti tra migranti

Circa duemila persone in questi giorni si sono accalcate alla barriera di separazione che delimita il confine tra Marocco e Spagna a Melilla

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Circa duemila persone in questi giorni si sono accalcate alla barriera di separazione che delimita il confine tra Marocco e Spagna, con l’obiettivo di entrare nell’enclave di Melilla senza autorizzazione: circa 500 hanno tentato di valicare la barriera, di cui circa 130 sono riuscite a entrare; lo ha riferito il giornale spagnolo El Pais, segnalando che è successo nella mattinata del 25 giugno, dopo che un paio d’ore prima la Guardia civil era stata allertata per i gruppi di persone che si avvicinavano al confine. Gli scontri però hanno portato a numerosi feriti e soprattutto a morti, che in un primo momento erano 18, bilancio poi salito a 27 secondo fonti non governative. La denuncia è di due ong: la spagnola Caminando Fronteras, e l’Associazione Marocchina dei diritti umani, secondo le quali ci sarebbero anche centinaia di feriti, sia tra i migranti sia tra gli agenti delle forze dell’ordine marocchine. Più precisamente il bilancio ufficiale parla di 133 migranti che sono riusciti a entrare in territorio spagnolo, di cui 57 rimasti feriti. Stessa sorte capitata a 49 agenti spagnoli. Amnesty International esprime “grande preoccupazione” per quanto accaduto e chiede “un’indagine indipendente”.

Un portavoce dell’ufficio del governo spagnolo a Melilla ha dichiarato che chi è riuscito ad attraversare la frontiera è stato trasferito in un centro migranti locale, dove la situazione di ogni persona sarà valutata. Il portavoce ha detto che centinaia di persone restano radunate sul lato marocchino della barriera di separazione.

L’incursione avviene dopo mesi di calma apparente sullo sfondo di un ritrovato dialogo tra Marocco e Spagna dopo le tensioni legate al Sahara Occidentale. 

Ma Il commento del premier Sanchez che parla di “un assalto violento e organizzato” contro Melilla, responsabilità di “mafie che trafficano con esseri umani” non lascia dubbi su come la Spagna si approcci al problema migranti diversamente dall’Italia, ringraziando le forze di sicurezza spagnole e marocchine per il loro “straordinario lavoro” e ribadendo che si è trattato di: “Un attacco all’integrità della Spagna”

Helena Maleno, portavoce dell’organizzazione che sta seguendo dalla città marocchina di Nador l’evoluzione dello stato di salute delle decine di migranti di feriti, ha invece assicurato che è molto probabile che il bilancio dei morti sia destinato a salire nelle prossime ore.

 

Luigi Casaretta