Sempre più preoccupanti i dati della perdita occupazionale
“La crisi sanitaria prodotta dal COVID-19 mostrerà, nel nostro Paese, il suo volto peggiore proprio in relazione alla generata crisi occupazionale. Dalle prime stime effettuate emerge che il disavanzo INPS per il 2020 potrebbe aggirarsi, escludendo le prestazioni temporanee che dovranno essere ripianate con trasferimenti dallo Stato, tra 41 e 49 miliardi, mentre ancor più preoccupante appare il dato connesso alla perdita occupazionale, stimata in oltre mezzo milione di posti di lavoro“. Lo afferma Walter Mauriello, Presidente di Meritocrazia Italia.
“Il Governo, in sede di presentazione del decreto Cura Italia, ha promesso che nessuno perderà il lavoro per il coronavirus ..” con la specifica ulteriore che il sostegno al reddito dei lavoratori (dalla cassa integrazione al bonus per autonomi e professionisti, ndr.) sarà erogato finché ce ne sarà bisogno…“. Eppure nello stesso Def (documento di economia e finanza) l’esecutivo ha stimato che quest’anno gli occupati caleranno del 2,1%, il che significa che si perderanno quasi mezzo milione di posti, calcolandoli sulla rilevazione delle forze di lavoro. Purtroppo, siamo sempre stati il Paese con più Neet (Not in Education, Employment, Training), con meno donne al lavoro, con più inattivi e, dunque, paghiamo i danni di una politica che ha sostenuto un mercato del lavoro asfittico, debole e precario, visto che la crisi del coronavirus colpirà l’occupazione più che proporzionalmente rispetto a quanto non impatterà sul Pil, almeno rispetto agli altri Paesi. La priorità assoluta è, dunque, quella di proteggere l’occupazione e rilanciare la produzione e l’impresa per far ripartire il Paese, ed in questo contesto di politica pandemica del lavoro diventa essenziale comprendere quali misure adottare per fronteggiare al meglio questa sfida epocale Appare allora improcrastinabile agire con celerità e visione d’insieme a lunga gittata, mediante la combinazione di interventi immediati con finalità tampone e proposte di riforma strutturale che incidano in maniera sostanziale sul trend produttivo/occupazionale e sul sistema di welfare e di sostegno sociale nostrano. Meritocrazia Italia auspica, dunque, che gli interventi in materia già illustrati in seno al Progetto Italia, già da tempo posto all’attenzione del Governo e delle forze Parlamentari, possano trovare condivisione ed accoglimento e, dunque:
• che si intervenga immediatamente con l’estensione della CIG (anche straordinaria ed in deroga) sino a tutto il 2020, profittando dei venti miliardi di euro previsti dal fondo europeo «Sure» come preannunciato dal Presidente del Consiglio, con il contestuale mantenimento del blocco dei licenziamenti per g.m.o per un eguale periodo;
• che si orienti la politica monetaria e fiscale per favorire l’occupazione di massa a tempo indeterminato, mediante meccanismi ridistributivi delle possibilità di lavoro e della percettività salariale, con indubbi effetti benefici sull’economia di spesa collettiva che, a sua volta, alimenta essa stessa la domanda di lavoro;
• che si ripensino ed attualizzino i sistemi di ammortizzatori sociali ed a sostegno del reddito, in uno anche al potenziamento delle disposizioni relative agli strumenti posti a tutela del lavoratore in costanza di rapporto di lavoro (integrazioni salariali ordinaria e straordinaria e fondi di solidarietà)”.