La selezione del personale pubblico per Meritocrazia Italia deve avvenire imprescindibilmente attraverso le compentenze
Nel Decreto-Legge n. 34 del 19 maggio 2020, meglio noto come “Decreto Rilancio”, l’art. 252 (recante “Misure urgenti per lo svolgimento di concorsi per il personale del Ministero della giustizia”) e l’art. 262 (relativo alle “Procedure assunzionali del Ministero dell’economia e delle finanze”) prevedono entrambi, in sede di svolgimento concorsuale, l’eliminazione della prova scritta.
Tale previsione, se pur legittima sotto il profilo attuativo e giustificata dalla necessità di semplificare ed accelerare l’ingresso di nuove risorse nel pubblico impiego, sembrerebbe destare nondimeno più di una perplessità sotto altri profili non meno preminenti.
Quello che più preoccupa e che deve ritenersi ab origine inaccettabile, invero, è che in assenza di riferimenti a criteri obiettivi e verificabili, potrebbero sorgere nei cittadini e nei candidati stessi sospetti ed ombre sulla stessa regolarità dello svolgimento e degli esiti delle prove pubbliche per l’accesso alla P.A., in spregio ai ben noti principi cardine di matrice costituzionale che regolano l’agire amministrativo, in uno all’implementazione di un senso di sfiducia nell’apparato pubblico e nel sistema di selezione dei propri rappresentanti.
Ma l’Amministrazione Pubblica rappresenta il volto visibile di ogni Paese civile ed anche il solo minimo dubbio che ad essa si possa accedere – soprattutto in settori delicati come la Giustizia – attraverso concorsi “pilotati” appare certamente intollerabile.
Occorre, quindi, porre mano ad una riforma della materia concorsuale che elimini in ogni fase ogni possibile sospetto che i funzionari o i dirigenti pubblici possano occupare il proprio ruolo non per merito, ma grazie ad amicizie ed inammissibili logiche clientelari, dovendo sì il Paese tendere alla velocizzazione delle procedure selettive, senza però perderne in qualità.
Meritocrazia Italia auspica, dunque, che si individuino ed utilizzino criteri oggettivi e verificabili per le procedure di accesso al Pubblico Impiego, che tengano conto della premialità del merito e dell’importanza qualitativa dell’espletamento della funzione pubblica, affinché sotto l’egida della celerità non vengano sacrificati i criteri di trasparenza, efficienza, efficacia ed aggiungeremmo meritevolezza dell’agire amministrativo
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