
Sarà capitato anche a voi almeno una volta di vederlo, passeggiando per via Toledo, intento al suo lavoro con la schiena curva sotto il sole cocente di Napoli. Tony è l’ultimo sciuscià o, per dirla all’italiana, lustrascarpe; lui è l’ultimo rappresentante di un mestiere nato nel dopoguerra, raccontato egregiamente nel film omonimo di Vittorio De Sica e che a Napoli non si è ancora estinto.
Tony, l’ultimo sciuscià, si racconta alle nostre telecamere
Sciuscià è un termine napoletano che deriva dalla contrazione dell’inglese “shoe-shine“, che significa appunto “lustrascarpe”: un mestiere diventato famoso grazie alla pellicola del 1946, considerata uno dei capolavori del neorealismo italiano. E proprio dal film di Vittorio De Sica Tony ammette di aver tratto ispirazione. La sua professione, che dura da 40 anni, gli ha permesso di entrare in contatto con numerose personalità più o meno famose, della sua epoca e della nostra, ricavandone un’esperienza di vita davvero invidiabile, che tuttavia non l’ha cambiato: 40 anni dopo, Tony è ancora lì, “povero ma pieno di dignità”, come lui stesso si descrive, a offrire i suoi servigi ai signori che passeggiano per una delle strade più belle di Napoli. Ecco la sua storia raccolta per voi dalle telecamere di Road Tv Italia.