“Prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno”: è uno dei tanti messaggi indirizzati a Dario Vassallo, a seguito alla mobilitazione della Fondazione, nata per perseguire i valori di Angelo Vassallo, sindaco pescatore, dopo le operazioni di brillamento del costone roccioso del Mingardo in Cilento. A denunciarlo, lo stesso fratello di Vassallo in un post su Facebook.
“Noi diciamo no alla mafia e pensiero mafioso. Esistono le mafie, dove i soggetti scelgono volutamente di non rispettare le leggi e le regole democratiche, e poi, esiste il pensiero mafioso che si annida nella vita politica e amministrativa di alcuni soggetti. Sono costoro – scrive sui social – a fare più danni, non solo generando comportamenti mafiosi, ma alterando la democrazia e il vivere civile”.
Vassallo ha denunciato l’accaduto a ministri e istituzioni: “Ho sottoposto alla magistratura e alle forze dell’ordine le parole espresse in un audio fatto circolare da un sindaco, una vera istigazione passibile di reato, e i messaggi e i commenti social violenti di individui che hanno accolto e concretizzato l’invito contro di me – ha spiegato Vassallo – Tutto risale alla missiva Pec inviata all’Unesco, al ministero della Cultura e al ministero dell’Ambiente, denunciando quello che stava accadendo da diversi giorni a Camerota, (Salerno), sulla strada del Mingardo, nel tratto di costa in prossimità di Cala del Cefalo, a ridosso del mare, fatto esplodere durante i lavori di messa in sicurezza, creando un danno ambientale irreparabile. Penso fosse dovere di ogni cittadino segnalare e denunciare quello che stava accadendo, un luogo unico al mondo, parte integrante del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, e Sito di Interesse Comunitario. Patrimonio dell’Umanità e non patrimonio comunale. E così, proprio nel giorno del 21 marzo, giornata contro le vittime di mafia, mi veniva recapitato questo audio, oggi al vaglio delle autorità. Da lì sono iniziati i messaggi e gli atti intimidatori”.
“Ricordo che, anni fa, un sindaco del Cilento – ha aggiunto Vassallo – fece affiggere sulle mura di diversi paesi manifesti funebri che riguardavano l’operato del sindaco di Pollica Angelo Vassallo ed annunciavano la sua fine. Essi riportavano la scritta: ‘Una grande onda ha travolto il sindaco di Pollica…’. Dopo pochi anni da quell’episodio, il sindaco di Pollica e lo Stato venivano uccisi davvero e la democrazia travolta. Vogliamo riportare le lancette del tempo indietro al 5 settembre 2010, e far ripetere una scena già vissuta? Le parole di quell’audio, se male interpretate, possono diventare pericolose per la mia incolumità. Io, però, non ho paura e continuo a battermi per estirpare dalla società questa radice cattiva e infestante del pensiero mafioso”, ha concluso.
This post was published on %s = human-readable time difference
Nell’ambito della terza edizione del Napoli Est Fest, la rassegna in corso nella VI municipalità,…
“Il viaggio dell’attore nello studio del cinema” di Pino Sondelli, “Dall’altro lato del fiume” di…
Termina 2-2 lo Sky-match tra Roma e Napoli Futsal. Ottavo risultato utile consecutivo per i…
S.S. Napoli Basket - Givova Scafati 96-94 dopo un tempo supplementare (22-19, 24-19, 18-19, 18-25,…
L’idea del macellaio Social Vincenzo Natale per il piatto tipico delle feste Piatto nato in…
Sta diventano virale, e sta facendo discutere, il video che mostra l'esultanza di ieri del…