Un audio racconto in quattro episodi per scoprire il rapporto tra uno dei massimi intellettuali del ‘900, Pier Paolo Pasolini, e la musica partenopea.
Un audio racconto in quattro episodi per scoprire il rapporto tra uno dei massimi intellettuali del ‘900 e la musica partenopea: ora è disponibile sulle principali piattaforme di streaming “Pasolini e la canzone napoletana”, il podcast della quasi omonima mostra che la Fondazione Bideri ha allestito a Praiano (Salerno) nei mesi scorsi. Affidato alla voce dello speaker Salvo Raia, il primo dei quattro episodi ripropone il tema al centro dell’esposizione, combinando citazioni testuali, frammenti musicali e contributi sonori d’archivio.
Di Pasolini viene innanzitutto ricordato l’interesse che manifestò per la poesia dialettale napoletana di fine ‘800 e il contributo decisivo che diede alla rivalutazione di Ferdinando Russo. Attraversando, poi, la sua produzione letteraria e cinematografica, l’attenzione è rivolta alle canzoni che utilizzò come scrittore e come regista. Tra le altre, nell’audio racconto riecheggiano “Luna rossa” e “Carcerato”, presenti nei romanzi “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”.
Stesso discorso per “Fenesta che lucive”, brano per il quale Pasolini rivelò un’autentica fascinazione, tanto da inserirlo in ben tre film: “Accattone”, “Decameron” e “I racconti di Canterbury”. Il secondo e il terzo episodio del podcast “Pasolini e la canzone napoletana” ripropongono, invece, la lectio magistralis tenuta da Federico Vacalebre in occasione dell’evento inaugurale della mostra. Le parole dello studioso evidenziano con acume l’approccio dicotomico che distinse il Pasolini saggista dal Pasolini narratore. Il primo apprezzò i versi di Russo, di Giacomo, Murolo, Viviani e Galdieri per il valore linguistico e poetico, ma si disinteressò della loro dimensione musicale.
Il secondo, al contrario, guardò al repertorio canzonettistico napoletano, specie degli anni ’50, per rafforzare il senso narrativo di alcune sue opere. Il quarto episodio, infine, contiene un originale tributo del chitarrista Ernesto Nobili, che richiama la figura di Pasolini con le raffinate rielaborazioni di “Fenesta che lucive” e di “Canzona appassiunata” e con il brano inedito “Roma”.