Prende il via con il “Cristo in Croce“, del pittore fiammingo Anton Van Dyck, il ciclo di esposizioni “L’Opera si racconta” che, a Napoli, consentirà di scoprire le storie custodite nel Museo di Capodimonte, storie di uomini e donne, luoghi e aneddoti, segreti del mestiere che attendono soltanto di essere raccontate per svelare la complessità dell’opera.
A presentare il primo dipinto e l’esposizione è il direttore del Museo, Sylvain Bellenger: “E’ un focus su una singola opera, un modo per conoscerla con l’attenzione necessaria in relazione al contesto in cui è nata. Sulla scia di Vermeer abbiamo deciso di inaugurare questo ciclo“. L’opera dialoga in sala, con tre disegni, tre incisioni e un’acquaforte (Autoritratto di Van Dyck), con i momenti più drammatici della narrazione evangelica. Dall’Elevazione della croce dello stesso Van Dyck a quella attribuito a Belisario Corenzio, alla Crocifissione di Dürer, alla Deposizione e la Pietà, attribuite rispettivamente a Perin del Vaga e Marco Pino.
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