Serviva l’impresa e l’impresa non è arrivata. Il Napoli si perde nel gelo di Plzen e torna a casa ancora con una sconfitta. 2-0 il risultato finale, con i cechi che legittimano il 3-0 esterno dell’andata.
Azzurri troppo molli, mai incisivi. Forse nessuno credeva fino in fondo alla possibilità di ribaltare la situazione, Mazzarri in primis. Il tecnico toscano ripropone quasi tutti gli stessi undici che al San Paolo sette giorni prima avevano rimediato una brutta figura, lasciando a casa Hamsik, indisponibile, e Cavani e Inler in panchina.
Un Napoli così non era all’altezza e lo si sapeva. Nella neve di Plzen è arrivata la conferma. Senza i protagonisti principali la trama si blocca. Allora a poco serve il cambio di modulo, il 4-3-3. Il trio Calaiò-Insigne-Pandev non incide. Il macedone appare avulso dal gioco, all’Arciere tolgono le frecce con cui colpire. Il più pericoloso è Insigne che porta qualche spavento dalle parti della porta avversaria.
Servirebbe almeno un gol nel primo tempo, gol che non arriva. Anzi è il Viktoria a costruire i maggiori pericoli. Prima frazione che si conclude a reti bianche.
Nella ripresa Mazzarri prova a giocare la carta Cavani. Il Matador, però, anche stasera si presenta con le banderillas spuntate. Non segna da quattro partite l’uruguayano, specchio del momento no di questo Napoli. E allora il Viktoria capisce, fiuta che c’è la possibilità dell’affondo e colpisce. Su un cross dalla destra la difesa azzurra rimane inchiodata e Kovarics è lasciato solo al tiro. Diagonale forte e preciso che passa sotto la pancia di De Sanctis per fermarsi in rete.
Neanche il gol sveglia gli azzurri. A qualificazione ormai persa l’undici di Mazzarri trova anche il tempo di regalare un’altra gioia a Tecl, già in gol all’andata. Bellissimo il suo destro a giro, con De Sanctis che non può far altro che guardare il pallone finire nuovamente in rete. Gol che chiude la partita in ampio anticipo. Al Napoli non resta neanche la forza di provare a cercare la rete della bandiera. L’occasione migliore è nel finale con Calaiò. Il sinistro del siciliano termina di poco fuori.
Il fischio dell’arbitro mette fine alla sofferenza. Gli azzurri salutano l’Europa League nel peggiore dei modi. Cinque gol al passivo e nemmeno una segnatura contro una squadra si temibile, ma ferma da due mesi per la sosta. Ora la testa deve andare al campionato, l’unica competizione che rimane. Lunedì c’è l’Udinese. Contro i bianconeri bisognerà invertire la tendenza negativa dell’ultimo periodo. Quattro partite, zero vittorie. Se si vuole restare in alto, bisogna svoltare ora.
Francesco Monaco
This post was published on Feb 21, 2013 23:41
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