Napoli città greca, 2491 anni di storia. Neapolis, l’antica Partenope
La storia della Napoli greca ha inizio, secondo la tradizione, intorno alla metà del VII sec. a. C., con la fondazione di Partenope da parte dei Cumani.
Sorta sulla collina di Pizzofalcone e l’isolotto di Megaride, il suo nome le derivò dalla Sirena eponima Parthenope, che ricollega la sua fondazione al mito omerico di Ulisse.
I più recenti ritrovamenti archeologici portano l’epoca di fondazione di Partenope al terzo quarto dell’VIII sec. a. C. Nel 474 a. C., con la disfatta degli Etruschi nella II battaglia di Cuma, viene ristabilito il controllo greco sulla costa, ma nel 421 a.C. le popolazioni italiche dell’entroterra conquistano Capua (roccaforte etrusca) e Cuma.
Con l’espulsione, da parte del Tiranno Aristodemo, dell’aristocrazia cumana, che si rifugiò a Partenope, Neapolis prese così il posto di Cuma nei commerci marittimi e assunse il controllo sul Golfo.
Partenope rinacque così con il nome di Neapolis (città nuova). Grazie al suo rapporto privilegiato con Atene, Neapolis diverrà ben presto uno dei più importanti porti del Mediterraneo, con uno sviluppo urbanistico che rimase immutato fino alla metà del I Sec. a. C. La sua ascesa commerciale fu anche favorita dal declino di Siracusa, cui si sostituì l’influenza ateniese, soprattutto nell’età di Pericle, che contribuì ad aumentare la rete di scambi nel medio Tirreno.
Verso la fine del V sec. a.C. però, a causa della guerra contro Archidamo e dello scoppio della peste, i rapporti con Atene si attenuarono e l’equilibrio di Neapolis fu compromesso dall’ascesa del potere degli OSCI che nel 420 a.C. sconfissero gli Etruschi di Capua e presero Cuma, i cui abitanti tentarono di rifugiarsi a Neapolis.
Ma Neapoilis fece il doppio gioco, accogliendo nella città una parte della popolazione degli Osci. Nel 327 a.C. i Romani, sentendosi minacciati dal potere sempre più crescente degli Osci, e soprattutto dei Sanniti, alleati di Neapolis invio’ un esercito che ebbe la meglio sulla città e sui Sanniti.
Nel corso della II Guerra Punica, Capua, a causa della sua alleanza con Annibale, fu gravemente punita dai Romani che, in un primo momento, si dimostrarono benevoli verso Neapolis, ma le tolsero un po’ alla volta l’autonomia. Nel 90 a.C.Neapolis venne trasformata in Municipium e da questo momento, con la maggior partecipazione alla vicende di Roma perse oltre all’autonomia il suo predominio commerciale a favore di Pozzuoli.
Tra la metà del I sec. a.C.e il I d.C. la , città, un po’ alla volta decadde, trasformandosi in quella città degli “OTIA” tanto amata da imperatori e nobili romani. L’alta società romana fu sempre più attratta da Neapolis, che si arricchì di favolose Ville, come quella famosa di Lucullo, dove i nobili passavano lunghi periodi di riposo e svago e dove anche imperatori come Claudio e Nerone non disdegnavano di rifugiarsi.
Secondo gli storici, questo fu per la città un periodo assai contraddittorio, rappresentato, da un lato, dalla forte componente romana, ma dall’altro dal tenace legame, alle sue caratteristiche marcatamente greche. Augusto la scelse, in quanto città più greca d’Occidente, come “custode della cultura ellenica”.
Con la sua successiva trasformazione in colonia romana, si affermò sempre più l’uso della lingua Latina che soppianto’ quella Greca e si accelerò il decadimento dei valori culturali della Grecia, di cui Neapolis era stata grande propugnatrice, cedendo così all’inevitabile processo di romanizzazione in atto non solo nella Penisola, ma in tutto il mondo allora conosciuto.