Napoli come in Brasile. Ronde armate pestano accattoni e immigrati

Napoli come in Brasile. Ronde armate pestano gli accattoni e gli immigrati in pubblico e a volto scoperto. Mazze, spranghe, scooter e xenofobia sono le armi taglienti di questa pulizia etnica

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«Viviamo in un clima di caccia all’uomo. Le strade sono presidiate da squadre di cittadini armati di mazze e spranghe che girano in scooter e appena vedono un immigrato entrano in azione». Non siamo in Brasile e i gruppi armati non sono gli squadroni della morte, siamo in Europa, in Italia, a Napoli, eppure da Porta nolana a Porta capuana, lungo l’intero corso Garibaldi da settimane ronde di ventenni esaltati si cimentano in attività di pulizia etnica. A parlare per i residenti e i commercianti dell’area Garibaldi è Paola Borriello, direttore del Centro commerciale naturale grande Garibaldi.

Centauri armati inondano di paura Porta nolana e Porta capuana

Come se non bastasse ieri un commerciante pakistano spedisce un video alla Procura di Napoli sulle violenze e le intimidazioni effettuate da questi individui organizzati non solo sugli immigrati e i rom che esercitano l’accattonaggio, ma, anche, nei confronti delle attività commerciali e dei loro clienti di immigrati ormai integrati. La Polizia Municipale è assente e permette che dei “più o meno umani, relitti sospesi tra la storia e la biologia“, esprimano i loro umori primordiali.

Il commercio multietnico è una ricchezza per l’economia della città e non una minaccia

Il negozio del filmato è Guerpret Singh, una salumeria pakistana, che ha riportato l’inseguimento e il pestaggio con nude mani, calci e mazze da baseball, di queste squadre paramilitari che monitorano il quartiere in sella a scooter e moto.  Come i Falchi della Polizia di Stato, questi gruppi non si risparmiano a infliggere violenza gratuita che non solo esprime esasperazione ma, anche, un cinismo e una indifferenza verso l’altro ai massimi livelli.

La paura dei residenti per altri residenti

Un esercente commenta l’accaduto affermando di avere paura per la propria famiglia; «mi minacciano di morte ogni giorno e i clienti hanno paura ad entrare qui. È un metodo mafioso. Così mi costringeranno a chiudere e ad andare via».

«Le squadre che presidiano l’area di Porta Nolana sono composte da gruppi di due persone e si può arrivare fino a dieci elementi. Sono armati di spranghe e bastoni. In genere sono giovani sui vent’anni, agiscono a volto scoperto. Minacciano i negozianti stranieri e colpiscono i clienti o chi sorprendono a frugare nei cassonetti dell’immondizia (…). La tensione è alta e ogni giorno la situazione peggiora (…).

Tutti hanno paura: i lavoratori, gli studenti, i pendolari, che ogni giorno si trovano ad attraversare la zona di piazza Garibaldi da Porta Nolana a Porta Capuana. Serve un intervento dello Stato», dichiara Paola Borriello.

Nel frattempo il Prefetto tace, la Polizia Municipale asseconda e il Comune di Napoli emette un’ordinanza che prevede multe pecuniarie nei confronti di nullatenenti, i quali spinti dall’esasperazione scavano e rivendono ciò che trovano all’interno dei rifiuti.

Chi può intervenire con senno e concretezza?