Il Napoli batte il Crotone 2-1 grazie alle reti di Milik e Callejon, che portano gli azzurri al record di punti in campionato (91). Di Tumminello il gol della bandiera dei calabresi
Napoli Crotone 2-1 | Ritmi bassi in avvio complice il caldo (che solo Allan è sembrato non accusare per quanto ha corso) e tema tattico già scritto in partenza: possesso palla degli azzurri e calabresi chiamati alle ripartenze. Partita vera, comunque, con Insigne che ha messo spesso in difficoltà Faraoni con le sue classiche sterzate. Così il Napoli al 23′ è passato in vantaggio con Milik, di testa, proprio su assist di Lorenzinho alle spalle di un disattento Capuano. Per il polacco quarta rete da quando è tornato dall’infortunio dopo quelle con Chievo, Udinese e Sampdoria. Schema simile per il raddoppio: magnifico taglio di Insigne per Callejon e tap in vincente dello spagnolo: un evergreen sulla ruota di Napoli. Per lo spagnolo, probabilmente all’ultima in azzurro, doppia cifra in campionato (Cordaz gli ha poi negato la doppietta sul finale di primo tempo).
Ripresa con Stoian subito in campo al posto di Rohden e con Trotta pericoloso di mancino che ha trovato Koulibaly a negargli la gioia del gol. Logico veder spingere il Crotone con ardore, normale che il Napoli alzasse il piede dall’acceleratore anche se poi Milik ha sfiorato il 3-0 con il suo solito sinistro a giro. Da quel momento il San Paolo ha iniziato a cantare a squarciagola il nome di Sarri (che ha reagito salutando) ed i cori che hanno accompagnato un campionato magnifico, ma la squadra non si è distratta. Anzi, Mertens ha colpito il palo solo perché Cordaz ha sfiorato un suo tiro diretto all’angolino. Prima del triplice fischio, Tumminello ha fatto secco Reina di sinistro da fuori area cambiando il risultato ma non la storia della partita e neppure, ovviamente, della stagione del Crotone. Sarri nel frattempo aveva regalato ad Hamsik il record assoluto di presenze in campionato della storia azzurra: 395. Il giusto tributo per il capitano, intrigato dalle sirene cinesi e forse ai saluti. Lui come altri, chissà se come Sarri che per la prima volta ha scelto di lasciarsi applaudire dal pubblico a fine gara.