Nel Centro vaccinale della Mostra d’Oltremare di Napoli una bacheca raccoglie i disegni dei piccoli ospiti in fuga
Al Centro vaccinale della Mostra d’Oltremare di Napoli, dove viene effettuata la prima accoglienza sanitaria per i profughi ucraini, c’è un bimbo di 11 anni che continua a ripetere a tutto il personale “Putin mi ha distrutto la scuola“. È uno dei tantissimi piccoli arrivati in Italia dopo massacranti giorni di viaggio. Giorni trascorsi – nel migliore dei casi – assieme alla mamma, dopo un doloroso “arrivederci” detto al papà.
La sua storia viene raccontata dal personale dell’Asl Napoli 1 che si prodiga per rendere meno difficile l’impatto con la nuova realtà. Oleh, questo il suo nome di fantasia con il quale viene riferita la sua testimonianza, è scappato dalla guerra assieme alla mamma e al fratellino più piccolo. In Ucraina frequentava la scuola media di Kiev, una scuola dove si insegnava anche l’Italiano, ma che è stata per metà distrutta dalle bombe.
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Il piccolo e la sua famiglia hanno viaggiato per tre giorni per scappare dalla capitale, sono stati in un campo profughi poi di lì si sono rifugiati in una chiesa. Da Kiev a Napoli ci sono arrivati con mezzi di fortuna. Ora però sono in salvo.
«Alloggeranno tutti dalla nonna che é a Napoli e lavora come badante – spiega il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva – i bambini e le mamme che la macchina organizzativa regionale sta accogliendo in questi giorni portano con loro storie molto difficili. Ma nonostante tutto, sempre ponendosi con grande dignità e pacatezza. Voglio ringraziare tutti i nostri operatori sanitari che stanno supportando tutti gli attori co-protagonisti dell’accoglienza e stanno facendo di tutto per rendere meno impattante la permanenza al Centro di Mostra d’Oltremare e meno dolorosa quella al Residence dell’ospedale del mare, dimostrando tanta professionalità ma anche regalando tanti sorrisi ai bambini che arrivano“.
Nel Centro vaccinale di Mostra d’Oltremare una bacheca raccoglie i disegni dei piccoli ospiti in fuga. Disegni come quello del piccolo Oleh. ‘Back to sckol’, il messaggio che ha scritto: sotto ha disegnato la scuola con la bandiera ucraina, un minaccioso missile e un carrarmato russo.