Napoli é…

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rifiuti
Quante chiacchiere inutili… troppe chiacchiere inutili che non servono a nulla, che non migliorano ne hanno il potere d’eliminare ciò che vorremmo non ci fosse.
Bisognerebbe che ricordassimo sempre la responsabilità e la corresponsabilità.
Vanno insieme con il rispetto per chi ancora oggi muore di freddo, o fame, ma anche per un proiettile vagante che con noi non c’entra nulla.
Oppure si muore nel mediterraneo.
Annegando non da bagnanti ma da migranti.
Si muore per l’indifferenza e tra l’indifferenza di tanti che basta che tutelano il loro orticello è tutto tranquillo, sereno e bello.
A volte, si è morti anche continuando a vivere, tra tanti noti e meno noti che credono di aver capito tutto.
Fautori di un sapere assoluto dove non esistono le persone ma solo il loro ego…
-“Io ho fatto meglio di te…
   io ho fatto di più …
   Io sono più bello..
   Io di sono più…”-
Forse non è chiaro che se si è fatto è stato soltanto “fare quello” che anche tanti altri avrebbero potuto fare.
Prima e dopo.
Che tutti dovremmo fare.
Semplicemente il proprio dovere.
Impegnarci, contrastare e denunciare.
Essere sentinelle della nostra città che con non  poche difficoltà sta risalendo in quello splendore che è suo da quando esiste.
Non è stata fatta dall’uomo.
Ma è stata avvelenata ed abrutita da chi riempiendo le proprie tasche lo ha permesso.
Una città ferita, derisa, stuprata, rivenduta e massacrata dai suoi stessi abitanti.
Una città a cui troppo spesso hanno rubato i colori e i sogni.
Barattati in cambio di danaro e potere.
É questo si chiama connivenza con la camorra, si la camorra che continua ad esserci tra i vicoli come tra i colletti bianchi.
Senza indignarsi o meravigliarsi, quasi come se vivissimo al polo nord ed improvvisamente scoprissimo l’acqua calda.
Ne dando la colpa solo ad uno.
Vi ricordate le piazze di spaccio?
Vi ricordate le faide ?
Quelle che hanno fatto troppo Vittime innocenti.
E gli scissionisti? I Mallardo i Di Lauro o i Bidognetti. Non sono fiabe. Sono esistiti  ed esistono.
Ed esistono connivenze in politica e nelle amministrazioni.
Chi ci mangia con azioni o scritti.
Ma esiste anche chi ha detto no. Chi ha deciso di riscattarla la propria città e di essere dalla parte dei cittadini.
I cittadini per i cittadini ed uniti per la città.
Sindaci, assessori, scrittori o semplici persone.
Si é fatto, si sta facendo tanto e tanto ancora dovrà essere fatto.
Talvolta il cittadino napoletano risponde male perché è stanco di quest’antimafia da tavolino e scritti retorici.
Io ho solo voglia di guardare avanti. Per amore della mia città, ed anche per me.
Certo non dimentico, ma desidero che si debba fare di più.
Soprattutto insieme ad altri.
Guardo con ammirazione a cittadini come  Susy Cimminiello, sorella di Gianluca Cimminiello ucciso per aver postato una foto su un social network provocando la gelosia di un’altro tatuatore.
Susy che ha trasformato il suo dolore in forza ed impegno.
A Ciro Corona impegnato sul territorio di Scampia ed ha fatto rinascere un bene confiscato a Chiaiano, ed anche se minacciato continua a restare.
Ai troppi familiari di Vittime Innocenti che ogni giorno entrano nelle carceri e danno il loro contributo e la loro testimonianza tra uomini che appartengono a quella camorra che ha  assassinato i propri cari.
Talvolta proprio quelli.
Penso alle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze e gli abusi subiti, riconoscendo il male nell’amore malato.
Ed a quelle che da sempre sono pronte ad accoglierle come fa Patrizia Palumbo con l’associazione Dream Team, che ha sede a Scampia.
Guardo quei Magistrati  che veramente fanno il loro dovere.
Continuando a farlo, anche se gli hanno “strappano” la Toga, in altro modo, con altro ruolo ma sempre con il senso della giustizia.
Guardo i testimoni di giustizia, come Luigi Leonardi, o Anna e tanti altri che con i collaboratori non hanno nulla a che vedere.
Guardo a quei giornalisti come Arnaldo Capezzuto e Amalia De Simone, che restano sul territorio anche dopo aggressioni, percosse e minacce.
Senza altra scorta che loro stessi e di chi crede in loro.
Guardo ai figli dei camorristi che hanno detto no al sistema e sono impegnati a teatro e nelle scuole, dissociandosi da ogni connivenza.
Perché hanno scelto di essere dalla giusta parte.
A Mario Gelardi scrittore e regista, che con il Nuovo Teatro Sanità lavora con i giovani del quartiere e li toglie dalla strada dandogli la possibilità di crederci nel riscatto.
Ed a tanti altri che ogni giorno ci mettono la faccia e la vita.
Scusate ma siamo stanchi di false icone dell’antimafia che scrivono, per fare notizia o per vendere più copie.
Bisogna raccontare anche la bellezza dei luoghi e delle persone che li vivono anche tra mille difficoltà, senza farsi la guerra ma credendoci e facendo squadra.
Napoli è… È la nostra città ed anche se non è perfetta ci appartiene, ci viviamo. Ci ha dato la vita.
Sta a noi non farla oltraggiare, a noi non farci rubare i sogni. Lottare insieme contro il malaffare e la camorra.
Contro chi parla di emergenze che non esistono per approffittare.
Contro quelli che hanno permesso che bambini morissero di cancro.
Direi veramente basta a parole che non sono fatti.
Lottare per la città e per i cittadini.
Lottare per sé stessi.
Perché questa città deve continuare a risalire una china che dura da più di vent’anni.
Perché altrimenti questa guerra, la vince solo la camorra e noi cittadini che amiamo la nostra meravigliosa città diverremo pezzi di racconti d’un libro che non ci appartiene più.