Un’emozione difficile da descrivere, un evento da ricordare forse più di una vittoria ottenuta sul campo. Napoli e Fiorentina, impegnate a Roma nella finale di Coppa Italia, hanno incontrato per pochi minuti, dalle ore 12.17 circa, Papa Francesco a Città del Vaticano, nella sala del Concistoro al secondo piano del Palazzo Apostolico. Ci sono proprio tutti, da Higuain, che da argentino forse sente ancor più l’emozione, a Insigne. Entrambi lo incontrarono in occasione di Italia-Argentina, ma è sempre come se fosse la prima volta. Ci sono gli staff tecnici, quindi, c’è Rafa Benitez, in un completo scuro. Ma sono tutti elegantissimi e con la gioia sul volto.
Papa Francesco comincia la sua udienza con queste parole: “Vi ringrazio di questa visita, mi sembra che da parte vostra esprima una responsabilità, una responsabilità sociale. Il calcio in Italia come in Argentina e in altri paesi è un fatto sociale e richiede una responsabilità sociale”. Il messaggio del pontefice è chiaro, lo sport non deve asservirsi al fattore economico, che è sì, parte integrante dello stesso, ma non può e non deve prendere il sopravvento. Lo sport e gli sportivi sono un esempio per i giovani, i quali non devono avere il denaro come modello sociale.
“Da ragazzo sono andato parecchie volte allo stadio e ho dei bei ricordi. Momenti gioiosi, di domenica insieme con i miei familiari. Vorrei augurare che il calcio e ogni altro sport molto popolare recuperi la dimensione della festa. Oggi anche il calcio si muove in un grande giro di affari,, per la pubblicità, le televisioni etc. Ma il fattore economico non deve prevalere su quello sportivo”. Queste le parole di Bergoglio, che da tifoso di calcio – il pontefice simpatizza per il San Lorenzo de Almagro – auspica un ritorno agli albori, quando il calcio era passione e spirito di sacrificio. La responsabilità maggiore, affinché ciò accada, è proprio dei calciatori.
Le ultime parole del Papa risuonano come un monito: “Lo sport contiene in sé una forte valenza educativa, per la crescita della persona: crescita personale, dell’armonia di corpo e di spirito, e crescita sociale, nella solidarietà, nella lealtà e nel rispetto”. Il pontefice, infine, saluta tutti augurando buon lavoro e augurandosi che la partita di domani sia una festa sportiva.
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