Tutti stesi a terra, con in mano un pennarello colorato levato in alto, verso il cielo sopra piazza Monteoliveto, per dire che Napoli oggi più che mai vuole essere di “mille culure”: va in scena così il flash mob contro l’omofobia organizzato da Arcigay Napoli. Se ne sentiva il bisogno, dopo i tristi eventi che hanno caratterizzato la fine del 2014 e l’inizio del 2015: due aggressioni a sfondo omofobico, messe a segno in un periodo circoscritto di tempo, una lo scorso novembre a piazza Dante, l’altra appena pochi giorni fa, il 5 gennaio, a Monteoliveto, fulcro della movida napoletana, luogo di ritrovo per molti giovani e giovanissimi, omosessuali e non.
Una violenza, quella a sfondo omofobico, che infanga tutta la città di Napoli, che della lotta per i diritti degli omosessuali fa e ha sempre fatto un suo vessillo. Violenze che hanno come unico scopo l’intimidazione, dettate da un’intolleranza e da un’odio profondi che, secondo Antonello Sannino, presidente Arcigay Napoli, trovano terreno fertile in un momento di crisi sociale come questo: “Napoli è sempre stata una città aperta e tollerante. Questi episodi ci preoccupano, e ci danno da pensare, soprattutto perché, nei momenti di crisi, gli omosessuali, così come tutti i soggetti ‘deboli’ diventano bersagli su cui scaricare la frustrazione sociale”.
Per contrastare l’omofobia c’è bisogno di informazione, di aggregazione, di denuncia: con questi obiettivi l’Arcigay scende in piazza oggi, a Monteoliveto, in un flash mob di ampio respiro. Presenti anche Francesco Chirico e Pino De Stasio, presidente e consigliere della I Municipalità, la delegata del sindaco per le pari opportunità Simona Marino, e uno dei ragazzi vittima dell’ultima aggressione a Monteoliveto. “Napul’è mille culure”, lo stesso slogan che fu scelto per il primo Gay Pride partenopeo (1996), non solo grida “basta” a ogni forma di discriminazione a sfondo sessuale, omaggiando anche la memoria di Pino Daniele, ma esprime solidarietà alle vittime dell’attentato a Charlie Hebdo, con dei pennarelli colorati e vogliono rappresentare le matite spezzate divenute simbolo della tragedia francese. Per ricordare a Napoli e al mondo che la libertà di espressione, che sia messa in atto attraverso la satira o attraverso le proprie scelte sessuali, è un diritto inalienabile di tutti.
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