Napoli, l’appello di Gennaro e Vincenzo: “Ridateci i nostri figli portati all’estero dalle madri”

0
269

I piccoli sono stati Portati in Ucraina e Colombia dalle madri

E’ stata un’altra Pasqua senza i nostri figli“: ennesimo grido d’aiuto da parte di Gennaro Palumbo e Vincenzo Fierro, due padri campani che da anni si stanno battendo per riavere i rispettivi bambini, portati in Ucraina e in Colombia dalle rispettive madri. Un dolore che si acuisce ogni anno, in occasione delle festività, quando si fa ancora più forte il bisogno di abbracciarli. “Sono trascorsi oltre quattro anni dall’ultima volta che ho avuto la possibilità di abbracciare mio figlio“, dice Gennaro. “Sono più di 1500 giorni – aggiunge – che non posso accarezzarlo e parlargli come un padre fa con il figlio. Ho chiesto aiuto alla diplomazia e mi è stato detto che hanno le mani legate, ai Tribunali e alla Giustizia, che è lentissima. La politica è totalmente assente e in alcuni casi ti prende anche in giro. Non so più a chi rivolgermi per un aiuto“.

Ancora più dolorosa la storia di Vincenzo Fierro, che si è anche dovuto difendere, con l’avvocato Sergio Pisani (che assiste anche Gennaro Palumbo), dalle accuse, rivelatesi infondate, della sua ex che nel frattempo, senza neppure l’autorizzazione dello Stato italiano, è tornata nel suo Paese, la Colombia: “Sono padre di due bambini che mi sono stati portati via da mia moglie senza il mio consenso, nel 2019“, ricorda Vincenzo. “Lo Stato italiano – dice affranto – non ha curato gli interessi di un cittadino e dei suoi due figli, che hanno la doppia nazionalità. L’11 febbraio scorso la magistratura italiana ha chiesto l’immediato rimpatrio dei bambini. Alcuni giorni fa vengo a sapere dalla Colombia che dovrò essere sottoposto a processo per le stesse accuse per le quali in Italia sono stato completamente scagionato, nel luglio 2020“.

Ho fatto moltissime denunce, -. dice ancora Fierro – tutte senza risposta. Per me lo Stato non fa nulla e io sto soffrendo molto. Sono confuso, amareggiato e depresso. Spero che qualcuno faccia qualcosa per me. Così non posso andare avanti. Mia moglie, quando sono tornato in Colombia nel Natale del 2020, non c’era e i bambini erano affidati alla sorella. Spero che un padre faccia qualcosa per me”.