Le curve dei modelli matematici incoraggiano il mondo del calcio, il coronavirus potrebbe presto allentare la presa e si studia come ripartire. Sul fronte italiano, il divieto agli allenamenti degli atleti professionisti scadrà il 13 aprile, secondo la bozza del Dpcm. Senza una nuova proroga, l’indomani potrebbero riprendere quelli individuali, poi dal 18 quelli di squadra e nel giro di un mese il campionato, ovviamente a porte chiuse. Leghe e Federazioni hanno ottenuto che ai tornei nazionali avessero priorità sulle coppe europee, che comunque la Uefa vuole portare a termine, a costo di giocarle fra luglio e agosto, anche se qualche campionato finirà tronco. Inevitabilmente verranno prorogati i contratti dei giocatori e ampliata la finestra di mercato.
Alla luce della crisi e dell’incertezza causata dalla pandemia, la Uefa ha intanto attenuato il Fair-play finanziario per quest’anno. In sostanza, chiariscono fonti Uefa, non sarà necessario presentare il budget 2020/21, che verrà sostituito da altri controlli nel corso della stagione, ma resta valida la break-even rule e l’obbligo di pagare i debiti internazionali. Nell’attesa di capire se in futuro le coppe avranno un format più snello, servono però classifiche chiare per sapere chi le giocherà l’anno prossimo ed evitare una valanga di ricorsi. “E’ abbastanza complicato annullare un campionato disputato per oltre due terzi. Ci sarebbe una grave ingiustizia che porterebbe ad una emergenza legale durante una emergenza epidemiologica”, nota il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Fra chi spinge per giocare, oltre a Lazio e Napoli, ora è schierata anche la Juventus, mentre per Torino, Genoa e Sampdoria il campionato va considerato concluso.
Intanto per fare spazio ai campionati, dopo la riunione con le 55 federazioni, il comitato esecutivo della Uefa ha rinviato a data da destinarsi le amichevoli delle nazionali di giugno, di fatto cancellate. Andranno riprogrammati anche gli spareggi per l’Europeo maschile rinviato al 2021 e le qualificazioni per quello femminile.
“Fino al 18 aprile ci dovrebbe essere il lockdown – dice Gravina -, l’ipotesi è partire dal 20 di maggio o in un’ultima analisi con i primi di giugno, potremo a luglio definire i campionati”. Andare oltre rende complicato arrivare al traguardo, a meno di cambiare il format della Serie A, ma playoff e playout piacciono a pochi. Il calcio spera quindi di ripartire assieme agli uffici, ma si aspettano i decreti del governo per fare programmi concreti.n Se si ricomincerà, sarà sicuramente a porte chiuse. Per ora è poco più di un’ipotesi di giocare in campo neutro anziché nelle aree focolaio. “Lo sport può davvero essere uno dei motori della ripartenza ma ognuno può e deve fare la propria parte”, ha sottolineato il ministro Vincenzo Spadafora, al quale – secondo indiscrezioni – non dispiacerebbe che fosse trasmessa in chiaro almeno una partita di ciascuna delle 12 giornate residue.