Napoli, manca il numero legale: salta il Consiglio comunale sulle assunzioni delle maestre

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Per mancanza di numero legale è stata sciolta la seduta dell’ultimo Consiglio comunale di Napoli, che si sarebbe dovuta svolgere ieri, martedì 15 settembre nella sala dei Baroni del Maschio Angioino. Una seduta all’ordine del giorno della quale c’erano tre delibere importanti. Una delle quali avrebbe dovuto consentire l’assunzione a tempo determinato di oltre 150 maestre, per garantire l’avvio del nuovo anno scolastico. Il Consiglio era cominciato grazie ai tre consiglieri di opposizione Salvatori Guangi (Forza Italia) Domenico Palmieri (Napoli Popolare) e Anna Ulleto (gruppo misto) che hanno garantito il numero legale. Ma le assenze nella maggioranza hanno pesato al momento della discussione, obbligando allo scioglimento della seduta.

“Nonostante il salvataggio iniziale dei consiglieri di opposizione – hanno sottolineato in una nota i consiglieri del M5S Matteo Brambilla e Marta Matano e la capogruppo de La Città Roberta Giova che sancisce di fatto l’esistenza di una nuova maggioranza, il Consiglio comunale si è sciolto alla votazione di una delibera che era in palese violazione dei termini di pagamento seguenti ad una pronuncia del Consiglio di Stato”. “Cosa accadrà – hanno aggiunto – quando si dovrà votare il Bilancio 2020, ci affideremo ancora all’Esercito della salvezza?”.

Duro l’intervento del capogruppo di DemA, Rosario Andreozzi: “In Consiglio Comunale è accaduto un fatto molto grave è che non può essere in alcun modo taciuto o mistificato – ha affermato Andreozzi – La seduta era finalizzata all’approvazione di alcuni atti necessari all’assunzione di oltre 150 maestre, che avrebbero garantito l’accesso al diritto all’istruzione soprattutto ai ragazzi e alle ragazza diversamente abili della nostra città. Al momento del voto alcuni consiglieri hanno deliberatamente e platealmente lasciato l’aula, impedendo di fatto l’approvazione dell’atto e quindi rischiando da una parte di lasciare senZa lavoro decine di giovani educatrici della città e dall’altra esponendo decine di bambine e bambini che vivono una situazione di fragilità al rischio concreto di non tornare tra i banchi di scuola – ha aggiunto ancora Andreozzi – Cosa ancor più grave dopo un anno come questo. È evidente che questo atteggiamento irresponsabile e assunto da alcuni per opportunismo e da altri per mera campagna elettorale finisce per far male non al sindaco e alla maggioranza ma alle fasce sociali più deboli della nostra città – ha concluso il capogruppo DemA – Lavoreremo per tornare in consiglio prima dell’inizio dell’anno scolastico sperando che questa volta il bene comune prevalga sugli interessi personali”.

Intanto, azioni di sciopero sono previste per le giornate del 24 e 25 settembre 2020. Indette da USB PI, UNICOBAS Scuola e Università, COBAS Scuola Sardegna e CUB Scuola Università e Ricerca (solo 25 settembre), riguardano il personale docente, ATA, educativo e dirigente, a tempo determinato e indeterminato, in Italia e all’estero. Una sorta di beffa per la Campania, che, proprio per il 24 settembre ha previsto il ritorno in classe.