A Napoli la prima monografica su Artemisia Gentileschi

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Artemisia Gentileschi, a Napoli la prima monografica

La vita e l’arte di Artemisia Gentileschi nelle opere esposte nella sale del Museo diocesano di Napoli.

Il percorso di vita e d’arte di Artemisia Gentileschi nelle opere esposte nella sale del Museo diocesano di Napoli in occasione della mostra ‘Artemisia Gentileschi tra Roma, Firenze e Napoli’. L’esposizione, realizzata con il sostegno della Regione Campania, è aperta al pubblico dal 29 aprile e fino al 3 luglio. Venerdì la visita in anteprima del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

La mostra, curata da Pierluigi Leone de Castris, vuole provare a collegare l’attività napoletana alla formazione e alle tappe fiorentine e romane della carriera della pittrice. Un’esposizione che regala al visitatore opere molto note ed alcune invece quasi sconosciute ed è realizzata grazie a importanti prestiti giunti dalla Galleria degli Uffizi e di Palazzo Pitti a Firenze, dal Museo di Capodimonte di Napoli e da altri musei e Fondazioni e da alcuni collezionisti privati.

La mostra vuole rendere omaggio a quest’artista che ha avuto un ruolo nella formazione del linguaggio degli artisti meridionali del ‘secolo d’oro’. Il tratto distintivo dell’esposizione è il suo essere incentrata sulla vita, sulla formazione e sulla carriera dall’artista e anche sul suo rapporto con l’opera del padre Orazio o con la lezione di Caravaggio.

Tra le opere esposte nelle sale del Museo Diocesano di Napoli le sue tante interpretazioni del soggetto di Giuditta, a cominciare da quella precoce del Museo di Capodimonte fino a quella della Galleria Palatina e della Galleria degli Uffizi a Firenze, che rappresentano forse la traduzione più efficace, originale e violenta del soggetto per almeno due volte prescelto da Caravaggio.

Certo è che sia a Roma, sia a Firenze che a Napoli, i luoghi dove più a lungo Artemisia Gentileschi si trovò a lavorare, la sua pittura forte, naturalista, ma insieme preziosa e raffinata, riscosse grande successo sia presso i collezionisti che presso i maggiori pittori del tempo che con lei si trovarono a interloquire e a collaborare.