Da Napoli la risposta sobria al Neknominate, un papà si ribella al bere sfrenato (VIDEO)

Alla 50esima nomination che lo invitava ad ubriacarsi, un papà del Vomero pubblica su Facebook la sua risposta alla tendenza del Neknominate, arrivata ormai anche a Napoli

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Esclusiva Road Tv Italia: ecco un video, che è stato inviato al sottoscritto da un amico, in cui con la stessa modalità dell’ultima tendenza social, si nominano sì altre tre persone, ma non per bere sfrenatamente, bensì per sollecitare i ragazzi a non farlo.

La moda del momento.

Il Neknominate è un passatempo niente affatto innocuo di ragazzi dai 14 ai 25 anni che sui social network, in particolare su Facebook, si invitano l’un l’altro pubblicamente a bere alcol senza freni, filmare il tutto e lanciare a propria volta la sfida in rete ad altri tre amici. Nato in Australia, è arrivato subito dopo negli Usa, dove ha già fatto cinque vittime.

Le vittime e la diffusione.

Una sorta di gioco al massacro che come era facile immaginare, ha già registrato diverse vittime: in Irlanda, Johnny Bryne, 19 anni, è morto annegato dopo aver bevuto una pinta di birra ed essersi buttato in un fiume. Ross Cummins è stato trovato svenuto in casa a Dublino ed è morto poco dopo in ospedale: aveva 22 anni. Isaac Richardson, 20 anni, morto per un devastante cocktail di vino, whisky, vodka e birra. A Cardiff, il 29 enne Stephen Brook, ucciso da una bottiglia di Vodka mandata giù in meno di un minuto. Infine nell’ultimo mese, l’approdo in Italia. La scorsa settimana ad Agrigento, un ragazzo di sedici anni è finito in coma etilico.

24 ore di tempo.

In altre parole, chi è ‘Neknominato’ deve filmare se stesso mentre beve tutta di un sorso una bottiglia (“nek” è appunto il “collo” della bottiglia) di alcolico – birra, vino, un cicchetto – e postare poi il video sul suo profilo facebook. Se non lo fa deve pagare da bere a chi lo ha nominato. Se la catena va avanti, chi ha bevuto e postato il proprio video deve a sua volta nominare tre amici. E si continua. Da qualche giorno, la catena è arrivata anche a Napoli: all’Umberto, al Mercalli, al Mario Pagano, al Sacro Cuore, ai Salesiani, ma anche al Sannazaro e al Genovesi. Ci sono molti nominati del ginnasio e delle prime classi dei licei.

C’è chi dice no.

C’è chi ha ceduto, ma c’è anche chi ha deciso di spezzare la catena. Ed ecco allora i “pop drink”: aranciata, latte o cocktail di acqua di bottiglie differenti. Da Napoli, e precisamente dal Vomero, arriva il video di protesta di Pippo, “papà di Giovanni, Alberto, Andrea e Matteo” che dopo essere stato taggato in post di questo tipo da circa “una cinquantina di ragazzi” dice la sua. Invito tutti a interrompere la catena che gira su Facebook” esordisce e tagga una quarantina tra genitori, educatori e ragazzi stessi invitandoli a rendere virale questo video. E, per usare la stessa modalità dei ragazzi, anche lui fa tre nomination in particolare.