Napoli rockettara: la prima creatura dei Borderline.

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L’immaginario di una Napoli tutta pizza e mandolino comincia a mettersi da parte per far posto alle chitarre elettriche, le batterie e il pogo sotto al palco.

Gridare al miracolo sarebbe ingiusto, preferiamo lasciare San Gennaro alle prese coi numeri da portare in sogno e qualche goal di Lavezzi. Ci limiteremo, dunque, a fare un giro tra i locali della città e stupirci dei decibel che da lì provengono. Venerdì 25 febbraio è la volta del Doria 83, ormai punto di riferimento per la musica dal vivo. Sosta di band e cantautori di tutta Italia, si dimostra luogo accogliente, nel quale alle note si aggiungono birra e cocktail. Dovrebbe esserci un fiocco di mille colori appeso alla porta d’entrata, perché si festeggia la venuta al mondo di un piccolo capolavoro: il primo ep dei Borderline, “Bere Fuoco”.

Quale modo migliore per celebrare la nascita di un simile cofanetto stracolmo di gemme preziose? La Subcava Sonora (prima etichetta ed agenzia di management musicale in copyleft in Creative Commons), giusto per ritornare all’intreccio sacro-profano che tanto piace ai napoletani, sta per conquistarsi un posto in paradiso. La strada sarà in discesa se continuerà a regalarci nomi come questi.
L’apertura della serata è affidata ad una chicca: per l’occasione i Sula Ventrebianco vestono di acustico i propri successi, sorprendendo per il cambio d’abito e affascinando come sempre. È una breve introduzione la loro, perché questo è il venerdì dedicato ad Angelo, Antonio, Fulvio e Nunzio, per i fan: Borderline. Ovvero un mix ammaliante di rock e ballate Sixties, melodie da jukebox imbevute nel rock più duro. Sembrano usciti da una compilation di Mtv, vale a dire che nulla del loro sound sembra messo lì per caso, ma tutto ordinato secondo la legge di un ascolto piacevole e destinato a scavalcare anche le classifiche dei grandi nomi.

Il locale si riempie a tal punto da non permettere a nessuno di evitare il corpo a corpo dettato dalla batteria, la voce di Angelo Gentile copre persino quella della folla, risultando elemento indispensabile per il quartetto napoletano. Chi c’è ha un desiderio: fare di questa serata una cartolina. Per una volta non ci sarà Pulcinella, il Vesuvio e la mozzarella. Napoli è rock, fatevene una ragione!

Micaela De Bernardo