Dopo i ladri di ottone, a Napoli arrivano anche i ladri di tombini. E’ la denuncia di Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della Radiazza. L’ultimo furto è stato registrato a Via Marchese Campodisola nei pressi dell’Università Federico II: anche qui, come in molti altri quartieri di Napoli che sono stati interessati dai furti, la gente è costretta ad utilizzare i cassonetti per coprire le buche che si creano.
Tombini e buche stradali: un mix esplosivo
Da mesi scompaiono i tombini a Napoli, denunciano Borrelli e Simioli; per via della crisi infatti la ghisa di cui sono composti i tombini diventa materia preziosa per il “mercato nero” dei metalli, anche se il più richiesto rimane il rame. La ghisa può essere venduta a 500 euro alla tonnellata, ma se il tombino viene sradicato e venduto con tutto il telaio, il prezzo del singolo pezzo può essere tra i 70 e i 100 euro. Solo negli ultimi giorni sono stati registrati 22 furti di tombini a dimostrazione del fatto che si tratta di un fenomeno in costante aumento.