di Diego Scarpitti
Occasione sprecata al Dall’Ara: finisce 2-2.
Se Juve e Roma corrono ad alta velocità, il Napoli rallenta. La terza non tiene il passo delle prime due. La marcia di Benitez (e non di Radetzky) si arresta a Bologna. Quello azzurro un concerto bagnato nella città della musica. Il girone di ritorno inizia in modo inatteso. Un pareggio, o meglio un solfeggio sbagliato, non al Teatro Comunale ma al Dall’Ara. L’orchestra napoletana stecca, non indovina la giusta tonalità, effettua un’esecuzione al di sotto delle proprie possibilità. Una performance non delle migliori. Urge una maggiore competenza musicologica. Da rivedere la melodia.
Primo tempo non da antifona salmodica. Una litania sballata. Pandev invisibile. Il macedone un cantante senza voce. La fonastenia dei napoletani perdura 45 minuti. Una grave disfonia, che conduce al gol di Bianchi al 37″. Il perfetto cross di Diamanti serve l’attaccante felsineo, che di testa supera Rafael. Il giovane brasiliano subisce il primo gol del 2014. I rossoblù, che hanno segnato una sola rete nelle ultime cinque giornate di campionato, ritrovano il sapore della segnatura.
Cambia atteggiamento, varia lo spartito nella ripresa. I partenopei ritrovano il consueto pentagramma. Ospiti fluidi e desiderosi di ribaltare il passivo e vincere. Mertens su punizione impensierisce Curci, il colpo di testa di Higuain termina di poco a lato, nonostante il millimetrico traversone di Callejon. Il Napoli intensifica la manovra offensiva, fino al calcio di rigore procurato al 60′ da Dzemaili. La percussione in area dello svizzero viene interrotta dal già ammonito Kone (ma non doveva essere espulso in questo frangente dall’arbitro Damato???). 1-1 merito della trasformazione dell’argentino dagli undici metri.
Garics e Pazienza, i due ex in campo, sanzionati finiscono sul taccuino del direttore di gara. Britos e Pecchia, altri due ex, osservano la scena entrambi dalla panchina. Gli ottomila tifosi napoletani aspettano l’acuto decisivo. Che arriva all’80’ di diagonale destro a firma del galactico travestito da principe azzurro Calleti, che ringrazia il suo compagno madrileno. L‘ inno alla gioia, la nona sinfonia in tal caso di Callegol (e non di Beethoven) rimane strozzato. Perché al 90′, in inferiorità numerica (espulso Kone ma in netto ritardo), nuovamente Bianchi griffa il match. Disperazione per Rafael, che mette le mani nei capelli. Il pomeriggio si chiude con la Chanson de Roland.
Sotto le due torri piove a dirotto e il Napoli scivola. Saluti da Palazzo B(i)anchi.