Sembrava si stesse chiudendo come otto anni fa: era la terza giornata del girone K di Europa League, Napoli – Liverpool si chiudeva in un anonimo 0-0. Sulla panchina, allora, capeggiava Walter Mazzarri, stasera invece è Carlo Ancelotti a plasmare le file della formazione azzurra e a dare vita ad un vero e proprio capolavoro tattico.
Il Napoli vince con una prestazione di squadra sontuosa, preparata nell’esatto modo in cui doveva essere preparata. Il Napoli non ha un’identità tattica ben delineata e paradossalmente è proprio questo il particolare che permette alla squadra azzurra di giocarsela con chiunque, modificando le proprie caratteristiche in base all’avversario che si trova davanti.
Ancelotti ha iniziato la partita posizionando i giocatori nel suo scacchiere tattico col 4-4-2 per dare più sostanza in fase difensiva sulle fasce e arginare Manè e Salah, le ali inglesi. L’assetto tattico mutava però quando la squadra partenopea riusciva a conquistare il pallone, Mario Rui infatti si allargava sulla linea di centrocampo e dava più ampiezza alla squadra. Si passava dunque a un 3-5-2 per arrivare ad essere in vantaggio numericamente a centrocampo e mettere in difficoltà le mezze ali del Liverpool che non riuscivano ad accorciare in maniera efficace sui centrocampisti e sugli esterni del Napoli.
Al 12’ della ripresa che Ancelotti si rende conto che un altro pareggio dopo quello contro la Stella Rossa avrebbe potuto pregiudicare irrimediabilmente il passaggio del girone, allora dentro Mertens e Verdi per Milik e Fabiàn Ruiz e si passa al 4-2-3-1. Terzo cambio di sistema tattico in meno di settanta minuti. Il Napoli è camaleontico.
Gli azzurri perdono fisicità in mezzo al campo ma guadagnano imprevedibilità e rapidità d’esecuzione. Chiudono il Liverpool nella sua trequarti ma non riescono a finalizzare.
Bisogna aspettare l’89’ per vedere la prima marcatura della gara, Insigne accompagna in porta un pallone basso sparato in mezzo da Callejon. L’azione è determinata da Mertens che con un passaggio filtrante, sul limite dell’out destro, serve al millimetro Callejon che, rigenerando l’asse ispanico-napoletano, serve Lorenzo che in spaccata abbatte, ancora una volta, l’armata di Klopp e regala al Napoli la prima festa in Champions di quest’anno.
Allan monumentale come al solito, cattura palloni, contrasta e si rialza, serve assist, torna in difesa, gli manca solo il gol e parare un rigore per aversi la prestazione perfetta, ma a parte gli scherzi un uomo ovunque.
Koulibaly sempre più fondamentale tra le retrovie azzurre (tant è vero che è l’unico a non riposare quasi mai), Hamsik sembra non supplicare più pietà in quel ruolo da regista avanti alla difesa, anche i tanto contestati Mario Rui e Ospina sono adeguati all’incontro.
Insomma la squadra inglese è sembrata il Napoli spinta anche dai cori di un San Paolo gremito. Si, il Napoli vince e convince.
Il girone, nonostante la vittoria, rimane molto complicato, ma per il momento siamo primi.
Peccato per i punti lasciati a Belgrado ma la truppa Napoletana di Re Carlo può tenere testa alle armate inglesi e francesi.
Carlo Di Biase
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