Nasce a Napoli, e negli spazi di Palazzo Reale, spalla a spalla con il teatro lirico più antico del mondo in cui ha cantato, il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso.
Una cospicua donazione, una sinergia istituzionale, decine di documenti e oggetti rari. Nasce a Napoli, e negli spazi di Palazzo Reale, spalla a spalla con il teatro lirico più antico del mondo in cui ha cantato, il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso, il tenore per eccellenza, l’uomo che ha incarnato il mito del bel canto, il primo a sfidare la modernità affidando la sua voce a un disco che, in tempi moderni, avrebbe scalato ogni classifica di vendite.
In coincidenza con l’anniversario dei 150 anni della sua nascita, il 20 luglio prossimo, su impulso del Ministero della Cultura, grazie alla caparbietà della curatrice, Laura Valente; alla generosità di un donatore, Luciano Pituello, che con la sua Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali dell’artista; e alla volontà del ministro Gennaro Sangiuliano di portare a termine un progetto in cui credeva, nel grande spazio della monumentale sala Dorica, messo a disposizione dal direttore della reggia partenopea, Mario Epifani, non ci sarà una semplice esposizione di cimeli ma una sorta di ‘stanza delle meraviglie’.
Nei 500 metri quadrati a disposizione ci saranno 60 rari oggetti originali (costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli e arredi originali), ma anche 2 mila documenti digitalizzati disponibili in 11 tra tavoli e mappe multimediali, animazioni in 3d, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche. Materiale pensato e allestito per essere fruibile da un pubblico eterogeneo, dai bambini agli appassionati, agli addetti ai lavori e ai visitatori da tutto il mondo. Il giorno dell’apertura, a Napoli si daranno appuntamento rappresentanti istituzionali dei paesi con i quali Caruso ebbe forti legami, come gli Stati Uniti (attesi il sindaco di New York e il direttore del Metropolitan Opera House).
A collaborare a questa operazione prestigiosa, ‘carusiani’ da tutto il mondo, dagli Archivi Ricordi e Puccini fino a quelli dei granti teatri in cui Caruso si è esibito, dal San Carlo alla Scala, al Metropolitan, ma anche la Cineteca di Bologna, che ha diretto uno straordinario lavoro di restauro e sincronizzazione vocale del film ‘My Cousin’ e che ha consentito l’uso delle immagini di Caruso attore. Centrale, nel progetto, il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo, che fu residenza italiana di Caruso, il cui contributo in oggetti ha un valore complessivo stimato intorno al milione di euro.
La collaborazione avviata proprio con Lastra a Signa consentirà di avere per l’inaugurazione del museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (dai ‘Pagliacci’ di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore o gli acquerelli colorati, un unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosissima donazione delle celebri caricature dedicate ai grandi della musica, da Toscanini a Verdi. Su queste caricature, l’artista Gianluigi Colin disegnerà un’opera nuova, segno nel segno contemporaneo. Una anticipazione dei festeggiamenti per l’anniversario carusiano ci sarà poi il 25 febbraio nel Museo Memus del teatro di San Carlo, con un incontro con Luciano Pituello e Ugo Piovano alla presenza di Epifani, il sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner e il direttore generale Emmanuela Spedaliere, sancendo la collaborazione con il Comune di Napoli, che donerà al Museo Caruso degli atti di nascita e morte del tenore, conservati dell’archivio del municipio cittadino attraverso le mani del sindaco Gaetano Manfredi.
Le iniziative per i 150 anni dalla nascita
Molte le iniziative previste per i 150 anni della nascita di Caruso: l’integrale di tutta la produzione carusiana, a cura di Ugo Piovano e Luciano Pituello; due premi, uno al migliore grande artista e l’altro dedicato a i ragazzi talentuosi che, come il grande tenore, si sono dedicati al canto senza una preparazione musicale; un docufilm sulle celebrazioni; una pubbblicazione della casa editrice Il Saggiatore. Il museo propone un discorso complessivo su Caruso, primo grande personaggio mediatico moderno, e sul suo fondamentale contributo alla costituzione di una ampia rete di artisti italiani che hanno scritto pagine fondamentali nella storia dello sviluppo dell’industria dello spettacolo, oltre che delle discipline artistiche in cui si sono cimentati.
“Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità – spiega il ministro Gennaro Sangiuliano – fu il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome. Il suo vissuto personale e il legame con Napoli hanno informato tutta la sua produzione creativa. Ciò nonostante, Caruso ha avuto un rapporto tormentato con la propria città. Egli portò Napoli nel mondo e ora Napoli, a centocinquant’anni dalla nascita, risana questo vulnus onorandolo con un museo che sorge nello stesso complesso del suo amato Teatro di San Carlo”.
“L’apertura di un museo permanente dedicato a Enrico Caruso rientra tra gli interventi finanziati dal Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali – spiega Epifani – e Palazzo Reale di Napoli rende così omaggio al grande tenore che ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo, ma singolarmente non nella città in cui nacque e morì, fino ad oggi”.
“Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria, legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo, ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana, il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milioni di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica”, ricorda Valente. Tra i partner dell’iniziativa, anche la Fondazione Puccini, Archivissima Torino, il Festival di Torre del Lago, l’Archivio di Stato di Napoli, il John Hopkins Peabody Institute di Baltimora, le Teche Rai e la Discoteca di Stato.