Dal 25 al 28 giugno, al Soundgarden della Mostra d’Oltremare, Napoli, al via la prima edizione del Newroz Festival, evento culturale e musicale, con la direzione artistica affidata ai 99 Posse. Sul palco del Newros Festival artisti napoletani, nazionali e internazionali. Per info 351 223 1607 – Twitter: NewrozFestival.
Il newroz è il capodanno curdo – spiegano gli organizzatori – il primo giorno di primavera, letteralmente il “nuovo giorno”. Il newroz è un giorno di festa, un giorno per riconoscersi in un’identità progressiva e rivoluzionaria. Il newroz è il giorno dell’orgoglio curdo. Quest’orgoglio non è nazionalista, perché è un orgoglio che non ha Nazione, ma solo territori che si intrecciano, comunità che camminano insieme. E’ un orgoglio che resiste ai nazionalismi, alle oppressioni, alle continue e irrefrenabili repressioni, celebrando e danzando la parte dei senza parte. Questo capodanno, allora, non è solo una festa. La festa ha sempre un certo rapporto con l’ordine costituito. Se lo sospende è solo perché il giorno dopo riparta più forte, se lo ribalta è per evidenziare l’assurdità della sovversione, se lo nasconde è solo perché si veda meglio.
Partecipare al Newroz, invece, è una scelta già di per sé sovversiva. La festa del Newroz è stata ed è ancora oggi molto spesso vietata, macchiata di sangue, di arresti, di assurde rappresaglie. Eppure la forza del popolo curdo non si è mai lasciata intimidire dall’arroganza delle polizie o degli eserciti ed in milioni, sistematicamente, hanno invaso per anni le piazze delle principali città del Kurdistan cantando i canti di libertà e autonomia. Quest’anno il capodanno curdo ha assunto poi l’onere e l’onore di essere più che mai una festa di liberazione.
L’anno della resistenza di Kobane e della cacciata dei jihiadisti dalla città del Rojava non poteva che rendere la manifestazione di quest’anno ancor più determinata e partecipata. Un omaggio immenso ai partigiani e alle partigiane che hanno combattuto e ancora combattono contro l’isis. Per tutti questi motivi e soprattutto per quel debito impagabile che dobbiamo a quella straordinaria resistenza popolare abbiamo scelto di chiamare Newroz il festival estivo che vogliamo costruire a Napoli. Un festival che ha l’ambizione di muoversi nella direzione del riscatto culturale di una città in cui le poche risorse destinate alla musica, all’arte e allo spettacolo sembrano finire sempre nelle solite mani. Non pensiamo al Newroz Festival come ad una rassegna musicale o come semplice momento di intrattenimento, piuttosto immaginiamo uno spazio in cui tutte e tutti possiamo riappropriarci del diritto alla libera fruizione della cultura e del divertimento in una città condannata a essere fanalino di coda dei carrozzoni a trazione settentrionale.
Pensiamo che il Newroz Festival debba essere un momento di affermazione dell’orgoglio meridionale. Pensiamo che per 4 giorni possiamo riprenderci un pezzetto del nostro territorio e decidere noi di che si parla, cosa si canta, cosa si balla, cosa si urla, cosa si sogna.
Pensiamo che il Newroz Festival debba essere un luogo realmente aperto. Un luogo in cui siano sfumate le distinzioni tra chi organizza e chi assiste. Uno spazio di confronto. Uno spazio di crescita collettiva. Uno spazio in cui prendere parola dalla più grande metropoli del Sud e dire che non ci stiamo: a vivere come vorrebbero loro, a morire quando decidono loro, a svendere la nostra terra, a vederla saccheggiare e depredare.
Pensiamo che l’arte sia uno strumento di sovversione. Pensiamo che incontrarsi in tanti sia un gesto rivoluzionario, di per sé. Perché questo mondo ha in serbo per il sud la solitudine, la povertà, la criminalizzazione, la frontiera, il ghetto. E noi vogliamo riprenderci la compagnia, l’agio di stare insieme, l’arroganza di sognare la rivoluzione.
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