6 novembre 2004, per Antonio Landieri una giornata come tante, passate a giocare con gli amici a calcio balilla. Eppure quel sabato di circa tredici anni fu fatale per Antonio, soprannominato affettuosamente E.T. dagli amici, che quel giorno furono solo feriti alle gambe.
Lui, disabile dalla nascita, colpito da paralisi infantile per complicanze dovute al parto, quel 6 novembre, a causa delle sue numerose difficoltà motorie, non riuscì ad evitare la morte nel raid di camorra effettuato al rione “Sette palazzi”, quella che fu denominata la prima faida di Scampia. I suoi amici evitarono il peggio scappando via, lui fu invece raggiunto alla schiena da due proiettili di rimbalzo. Morì sul colpo.
Antonio e i suoi amici furono scambiati per un gruppo di spacciatori, nemici del clan, ma l’unica loro droga era forse il calcio balilla. Un errore, come quello commesso dalla stampa nazionale poi, che giorni dopo l’omicidio etichettò Antonio Landieri come un pericoloso narcotraficcante, un criminale internazionale, con contatti addirittura in Colombia. Per tale giornalismo spazzatura, Antonio, fu seppellito come un boss e gli furono negati i funerali pubblici.
Oggi, però, dopo una lunga battaglia, la madre di Antonio, Raffaella Landieri, ci conferma di aver appreso la notizia che sono state eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni esponenti del clan degli Scissionisti, ritenuti responsabili della morte di Antonio Landieri.
A gioire anche lo “Sportello Anticamorra Antonio Landieri” gestito da Luigi Concilio e Claudio Ferrara: “Queste sono le notizie che vogliamo – dichiara Concilio – le notizie che non riportano Antonio, ma che almeno ci rincuorano, facendoci capire che qualcosa si muove. Ora sono curioso di sapere i nomi e di vedere i volti di chi ha ammazzato Antonio Landieri”.
Soddisfatto anche l’avvocato Angelo Pisani, ex presidente dell’VIII Municipalità: “Quest’anno il premio avrà un senso in più, non ci restituirà Antonio, ma almeno da oggi riposerà in pace”.
E a finire in manette sono stati: Cesare Pagano, Giovanni Esposito, Gennaro Notturno, Davide Francescone e Ciro Caiazza. In uno nota della Questura di Napoli si legge: “Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, svolte dalla squadra mobile del capoluogo partenopeo, hanno fatto piena luce sulle responsabilità individuali e le dinamiche criminali sottese all’omicidio di Antonio Landieri”.
Antonio, che ricordiamo essere stato solo “poi” riconosciuto come una vittima innocente di camorra, potrà ora tornare a giocare sereno a calcio balilla lì sù. La famiglia ringrazia chi in tutti questi anni li ha sempre sostenuti, specialmente i giovani, sin da subito dalla parte di Antonio, e chi in tutta Italia ha sempre fatto memoria di Antonio. Vicini per affetto e condivisione di dolore il Coordinamento Campano dei Familiari Vittime Innocenti.
Foto dei volti di quattro dei cinque arrestati