di Redazione
Napoli – Anche un pomodoro può diventare motivo di ulteriore acredine tra Nord e Sud Italia. Già, perchè da quando la Terra dei Fuochi fa notizia e le magagne della camorra delle pistole e dei colletti bianchi con i rifiuti tossici interrati nei terreni agricoli in Campania risaltano dalle pagine dei quotidiani ed, un giorno si e l’altro pure, finiscono in Tv, a rimetterci – dal punto di vista economico – non sono soltanto gli agricoltori locali.
I servizi mandati in onda da “Le iene”, per esempio, hanno più volte ribadito che le coltivazioni campane finiscono in tutta Europa, soprattutto grazie ad aziende che – approfittando del prezzo competitivo offerto da molti agricoltori della zona – acquistano gli alimenti base per i loro prodotti proprio nella Terra dei Fuochi e dei Veleni.
L’ondata di panico si è immediatamente scatenata non soltanto tra i consumatori – che hanno chiesto a gran voce di conoscere il nome delle suddette aziende – ma anche tra i produttori che in alcuni casi, forse spaventati all’idea di veder calare le vendite, sono scesi in campo con pubblicità a dir poco aggressive, salvo giustificarle con la necessità di trasparenza nei confronti dei propri clienti dinanzi allo shock dell’opinione pubblica.
La Pomì, nota azienda di pomodori presente sul mercato nazionale, in particolare, ha iniziato a sponsorizzare i suoi prodotti sottolineando di utilizzare soltanto pomodori della pianura Padana: “Solo da qui. Solo Pomì” recita lo slogan a margine della foto che ritrae la parte superiore dello stivale del Belpaese, il Nord. E rincara, poi, la dose: “gli stabilimenti di confezionamento sono situati tra la provincia di Cremona e di Parma e le aziende Agricole sono limitrofe agli stabilimenti con una distanza media di 42 km. Il 95% percento del nostro pomodoro è coltivato tra la Lombardia e l’Emilia Romagna; il restante nelle due regioni limitrofe”.
Uno sponsor provocatorio, forse volto proprio a scatenare l’ennesima aspra polemica in stile “Nord vs Sud”, ma che soprattutto è riuscito a mandare su tutte le furie il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “I nostri sono migliori e più controllati. E hanno un altro sapore” ha dichiarato Caldoro riferendosi ai pomodori coltivati nelle terre del Sud, ed ha aggiunto anche che, in Campania, sui prodotti ortofrutticoli sono effettuati “controlli aggiuntivi per la qualità, proprio per le vicende del passato” che hanno costretto i nostri territori a subire “30 anni di saccheggio”.
Il governatore è, infine, tornato sulla questione delle bonifiche dei terreni per le quali occorreranno almeno 950milioni di euro. Una cifra che potrebbe ben innaffiare i terreni della Campania che, come sottolineato dallo stesso Caldoro, non possono certamente aspettare i decenni prospettati dai tecnici del settore. “Bisogna intervenire subito – ha incalzato – non possiamo aspettare tanto tempo”.
5 novembre 2013