di Redazione
Cinesi, russi, ucraini, indiani. Ma anche senegalesi, cingalesi, peruviani. C’erano proprio tutti (o quasi tutti) a sfilare per le strade del centro storico, in occasione della Notte d’Arte organizzata dalla II Municipalità e quest’anno interamente dedicata alla multiculturalità.
Il lungo corteo che ha attraversato tutta via Toledo, dalla Galleria Umberto I a piazza Dante, ha visto così mescolarsi, alla luce delle luminarie natalizie installate lungo tutto il percorso, i canti e i balli tipicamente partenopei di zi’ Riccardo e le donne della Tammorra con suoni orientali e africani e i colori sgargianti dei costumi tradizionali della Cina, della Russia, dell’Ucraina. A completare il quadro tantissimi negozi e musei aperti fino a tarda notte e a prezzi ridotti.
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Ma i rappresentanti delle varie comunità di migranti presenti a Napoli non sono stati i soli stranieri ad affollare le strade del centro: perché se è vero che la città rincorre oggi il primato di metropoli multiculturale e di integrazione, è anche vero che da sempre Napoli è per eccellenza il luogo dell’accoglienza e dell’ospitalità. Che quest’anno ha registrato un’affluenza turistica come non si vedeva da parecchi anni.
I visitatori arrivano da tutta Italia, ma sopratutto da ogni angolo del mondo: così accanto a Perù, Sri Lanka, Senegal e Cina, per le strade del centro hanno “sfilato”, durante l’ultimo weekend che precede l’inizio delle festività natalizie e complice il clima particolarmente favorevole degli ultimi giorni, anche cittadini statunitensi, tedeschi, francesi e inglesi.
Un vero meltin’ pot di razze e culture che, dopo i recenti avvenimenti che hanno ancora una volta gettato fango sulla città, accende ancora unaa volta l’atmosfera di una città caleidoscopica, difficile, che continua, nonostante tutto, a risogere, ogni volta nuova, diversa, dalle sue ceneri, dimostrando una vitalità e una voglia di crescere senza pari.
16 dicembre 2013