Nuovo passo nel regime russo: nasce il reato di “influenza straniera”

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In Russia è possibile diventare persona sgradita, un cittadino di serie b, anche solo se “persuaso” da agenti stranieri.

di Luigi Casaretta

La legge ha il sapore di antico, un antico obbrobrioso: pare ricordare la sorte di chi durante il regime nazifascista veniva beccato ad ascoltare Radio Londra. In Russia è possibile diventare persona sgradita, un cittadino di serie b, anche solo se “persuaso” da agenti stranieri.

Da quando Vladimir Putin, anni addietro, decise di riesumare gli archivi del Terrore staliniano, la legge sugli “agenti stranieri” è stata aggiornata più e più volte fino a comprendere gli sgraditi in quattro elenchi: ong; media; associazioni e infine persone fisiche che esercitino attività considerate “politiche” e ricevano finanziamenti dall’estero con conseguenze afflittive diverse per chiunque finisca nelle liste, da obblighi fiscali e contabili, insostenibili per tante organizzazioni no-profit portandole alla chiusura, finanche multa e carcere.

Ma la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha proposto un nuovo disegno di legge intitolato pomposamente: “Sul controllo delle attività delle persone sotto influenza straniera” che amplia ulteriormente il campo della normativa. Non sarà più necessario ricevere finanziamenti dall’estero ma per entrare nel “libro nero”, basterà “ricevere sostegno” o essere “sotto l’influenza straniera”, anche attraverso la coercizione, la persuasione o in altri modi. Una formulazione ambigua e generica tanto da poter giustificare qualsiasi interpretazione.

“In altre parole, se l'”organismo autorizzato” (vale a dire il ministero della Giustizia) decide che qualcuno dall’estero sta cercando di “influenzare un cittadino russo con la persuasione”, quest’ultimo verrà bollato come “agente estero” e di conseguenza considerato nemico dello Stato.Potrà bastare, per ipotesi, il solo ascoltare o diffondere notizie o commenti stranieri il cui contenuto sia lesivo della compagine russa per cadere in guai seri.

È ovvio che questa dicitura consenta a chiunque di essere riconosciuto come “agente estero”. In qualsiasi momento”, ha commentato Boris Vishnevskij, editorialista di NovajaGazeta Europa.

Ma alle pene già pesanti per il malcapitato si assommeranno numerosi divieti: organizzare eventi, rivestire cariche pubbliche, condurre attività didattiche o educative, ricevere il sostegno statale, investire in imprese. In base a questa legge, conclude Vishnevskij, “senza alcun processo, si può dichiarare “agente straniero” e far diventare una persona di “serie B”, privata di alcuni diritti costituzionali, chiunque”. L’avvocata Tatjana Glushkova concorda: l’obiettivo è “rendere ancora meno ovvia l’assurdità di questa legislazione”, tanto che sui social c’è chi ha ironizzato: “Basterà ascoltare jazz per finire nell’elenco”.

Ma l’ironia trova riscontro nelle decine di media e siti web che sono stati bloccati dall’inizio del conflitto russo-ucraino. Migliaia di persone sono state già incriminate in base alla legge siglata il 4 marzo che prevede multe o il carcere fino a 15 anni per “notizie false” o “diffamatorie” sulle forze armate; ma a fare peggio sono tornate di moda le delazioni di sovietica memoria che si sono moltiplicate e nelle quali, come è tristemente noto nei regimi, spesso sono utilizzate per fini personali, così come è anche noto che questo tipo di leggi, non certo democratiche, dividono il popolo che la subisce e soprattutto lo impaurisce, rendendolo sempre più strumentalizzabile.