La Corte d’Assise di Napoli (prima sezione, presidente Teresa Annunziata) ha condannato all’ergastolo Francesco Pio Valda per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo 18enne ucciso con un colpo di pistola al petto al culmine di una lite alla quale era estraneo, scoppiata per un paio di scarpe sporcate.
Francesco Pio Valda, per sfuggire a un’aggressione, avrebbe sparato diversi colpi di pistola, uno dei quali raggiunse il cuore di Maimone, morto in pochi minuti tra le braccia di un suo fraterno amico.
Oltre alle condanne ci sono state anche diverse assoluzioni “per non avere commesso il fatto” da alcuni capi d’accusa contestati per alcuni imputati e il “non doversi procedere” nei confronti della sorella di Francesco Pio Valda, la 24enne Giuseppina Valda “perché l’azione penale non doveva essere intrapresa”. Per quest’ultima e per l’ultimo imputato Giuseppe Perna, 27 anni, i giudici hanno dichiarato la cessazione della misura cautelare a cui erano stati sottoposti e la liberazione.
Lo scorso 29 ottobre, un altro amico di Valda, Rosso Sorrentino, giudicato in primo grado con il rito abbreviato, è stato condannato in appello a 4 anni di reclusione. Si tratta di colui che, secondo gli inquirenti, aveva in custodia l’arma utilizzata nella rissa sfociata nell’omicidio del 18enne.
Il sostituto procuratore della Dda di Napoli Antonella Fratello, al termine della sua requisitoria, lo scorso 21 novembre, chiese l’ergastolo (con due anni di isolamento diurno) per Francesco Pio Valda, e otto anni di carcere per Giuseppina Valda, la sorella del presunto killer, e per lo zio, Giuseppe Perna; per la nonna, Giuseppina Niglio, 6 anni; per gli altri imputati Salvatore Mancini, 3 anni di carcere e per Pasquale Saiz e Alessandra Clemente, quest’ultima cugina di Valda, 8 anni e 6 mesi di reclusione.
La tragedia risale alla notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 ed è avvenuta tra gli chalet del lungomare di Napoli. Valda a soli 21 anni è ritenuto dalla Dda al vertice dell’omonimo gruppo malavitoso del quartiere Barra di Napoli: dieci giorni fa gli sono stati inflitti 15 anni e 4 mesi per associazione mafiosa.
“Una sola parola volevo sentire: ergastolo. E ai ragazzi dico ancora ‘deponete le armi'”. Lo ha detto Concetta Napoletano, mamma di Francesco Pio Maimone, commentando la sentenza. “Le mamme non ce la fanno più, abbiamo partorito i nostri figli e qualche balordo ce li ha tolti” ha continuato la donna, che, con il marito Antonio Maimone ha rivolto un ringraziamento all’avvocato Sergio Pisani: “è un angelo”, hanno detto.
Per l’avvocato della famiglia Maimone, quella emessa oggi “è una sentenza contro la cultura camorristica, un segnale per tutti. Bisogna essere uniti e forti e sperare che questi ragazzi prendano una strada diversa. Quello di Pio è un omicidio di camorra, lo hanno sancito i giudici e questa sentenza dice anche ‘ragazzi non seguite questa strada”.
“Pregavo tutte le sere affinché avessimo giustizia: ringrazio magistrati, avvocati e polizia per le indagini. Noi siamo persone oneste che lavorano”, ha detto, invece, Emanuele Maimone, fratello di Francesco Pio.
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