Nel 2014 arrivò la condanna per l’ultimo superstite dei killer della piccola Simonetta Lamberti. E oggi ad Antonio Pignataro è stata confermata la condanna dalla Corte di Cassazione. La pena definitiva è di 30 anni di carcere. Antonio Pignataro uccise il 29 maggio 1982 l’innocente Simonetta, allora di soli 11 anni. Vittima innocente. L’obiettivo era il padre, il magistrato Alfonso, che rimase solo ferito in quell’agguato. E’ morto poi il 12 settembre 2015.
Il caso fu riaperto quattro anni fa grazie alla confessione dello stesso Antonio Pignataro, che disse: “Non posso più vivere con questo peso sulla coscienza”. La confidenza fu fatta prima ad un compagno di cella e dopodiché al sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro cominciò a svelare i dettagli del delitto.
Antonio raccontò dunque come si svolsero i fatti, raccontando che l’agguato era per uddicere il procuratore Alfonso Lamberti, poiché Francesco Apicella voleva vendicarsi dopo alcune inchieste condotte dal giudice che lo infastidirono. Ci vollero sei mesi per preparare tutto; Antonio Pignataro, Gerardo Della Mura, Claudio Masturzo e Gaetano De Cesare si appostarono in due macchine a Cava dei Tirreni. Appena videro Alfonso Lamberti, i quattro aprirono il fuoco ferendo sia il giudice che sua figlia Simonetta di soli 11 anni che morì dopo essere stata colpita da un proiettile alla tempia. Il procuratore, invece, fu solo ferito alla spalla e alla testa. Era il 29 maggio 1982.
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