Sentinelle in piedi? No, Femminelle in piedi. La risposta della comunità Lgbt al movimento ultracattolico delle Sentinelle, che domenica scorsa ha manifestato in numerose piazze italiane per impedire l’attuazione del ddl Scalfarotto contro l’omofobia, non si è fatta attendere.
Nasce a Napoli “Femminelle in piedi”, l’associazione Lgbt che, parodiandone lo stile e il linguaggio, lotterà per tutelare non la “libertà di espressione” (dell’omofobia, almeno a parole) proclamata dalle Sentinelle, ma la libertà e il diritto di essere omosessuali, e di dichiarare apertamente la propria omosessualità senza paura di essere additati, scherniti o derisi, peggio: picchiati, ma anzi ottenendo pieno rispetto e riconoscimento della propria identità da parte della legge e della società civile.
“Ogni volta che Le Sentinelle scenderanno in piazza a ‘vegliare per la libertà di espressione’ (leggi ‘fomentare odio e omofobia’), le Femminelle in Piedi si affiancheranno a loro, utilizzando lo stesso linguaggio del corpo, la stessa modalità di espressione; fermi, in silenzio, stringendo fra le mani la foto dell’ennesimo ragazzo gay, lesbica o trans ucciso da qualcuno che la pensa proprio come Le Sentinelle. Le Femminelle in Piedi hanno deciso di manifestare così il loro bisogno di ottenere legislazione in merito e di poter essere liberi di affermare che il matrimonio non è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere uno o due genitori che, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, lo amino e lo guidino verso il proprio futuro”.
Intanto, c’è chi parla di una lotta sterile e di una protesta controproducente. Alcune voci interne alla stessa comunità Lgbt hanno criticato aspramente le contro-manifestazioni di protesta nei confronti delle Sentinelle in piedi, che hanno messo in cattiva luce gli esponenti più “estremisti” della comunità Lgbt che, in alcuni casi, sono stati dipinti come degli “aguzzini”, colpevoli di qualche offesa, qualche parola di troppo e, in alcuni casi, anche di qualche spintone, facendo quindi il loro gioco.
Non sono mancati tafferugli e disordini in numerose città italiane, tra cui Bologna, dove tra Sentinelle e manifestanti della comunità Lgbt sono scoppiati anche alcuni focolai di rissa, tanto che l’Arcigay Bologna ha formalmente preso le distanze dalle azioni degli “estremisti” Lgbt. Niente di grave, ma tutto questo clamore non giova, secondo alcuni, alla causa di omosessuali e transessuali. Che rischiano di alimentare l’astio dell’opinione pubblica nei loro confronti, allontanandosi quindi dal raggiungimento del loro obiettivo principale: ottenere il riconoscimento dei diritti.
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