“Michele Guadagnolo al suo diletto consorte Angelo Sannino anno 1924”. Nel giorno dedicato alla lotta contro l’omofobia spunta, in uno dei cimiteri della città di Napoli, questa lapide, testimonianza di un legame gay in piena era fascista, tra leggi razziali e diritti negati. A diffondere la notizia è Carlo Cremona, presidente dell’associazione I Ken, che ora si augura di poter ricostruire, un secolo dopo, la vicenda di questa coppia.
“Una lapide – commenta – che gronda dell’amore di due uomini che si definiscono coniugi, una parola significativa e simbolica. Impossibile non pensare alla libertà negate di questi conterranei, alla loro dignità nell’immaginare un mondo che prima o poi capirà e considererà di pari dignità questo amore e questa relazione sentimentale. Questa dedica ci racconta ancora oggi un amore vivo e forte nonostante il tempo trascorso”.
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