Il gruppo di 15 bengalesi, protagonisti della vicenda, sono stati raggirati da una banda con a capo Alim Sheikh, di 42 anni, e portati in Italia con l’inganno. Dopo aver pagato ben 15.000 euro a testa per un permesso di soggiorno e la promessa di un buon lavoro nel nostro Paese, i 15 operai sono stati sequestrati, insieme ad altri connazionali, in una fabbrica di Sant’Antimo e i loro passaporti sequestrati da Shelikh. Gli operai bengalesi venivano trattati come schiavi, lavorando 18 ore al giorno, compresi i weekend, per soli 300 euro al mese, ed erano in pratica privati della propria libertà.
Grazie all’Associazione antirazzista e interetnica, che si è interessata al caso, i 15 operai hanno trovato il coraggio di denunciare le condizioni in cui erano costretti a vivere e le fabbriche furono messe sotto sequestro, e gli sfruttatori arrestati.
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