Burro, grano, ricotta, canditi. Che sia la variante con le castagne o la più moderna rivisitazione proposta da Gennaro Volpe con glassatura all’arancia, i Maestri Pasticcieri non hanno dubbi: la ricetta del successo della classica pastiera napoletana è la freschezza degli ingredienti, che devono essere tutti di primissima qualità. Oltre, naturalmente, alla lavorazione a regola d’arte. E a tanta, tanta passione.
È questo il segreto per la buona riuscita del dolce pasquale più antico della tradizione partenopea: oggi i più grandi maestri pasticcieri la svelano al Gran Caffè Gambrinus, simbolo delle eccellenze campane che, in occasione dell’avvicinarsi della Pasqua, ospita la kermesse “Le origini della pastiera tra mito e tradizione”. Una selezione delle più buone pastiere napoletane sfila sulla passerella del più antico caffè di Napoli, deliziando i palati con l’eccellenza dei loro ingredienti, l’impeccabilità della lavorazione tradizionale e, perché no, anche con un pizzico di intraprendenza e innovazione.
Sono cinque i maestri pasticcieri che oggi si sono “sfidati” sul palco del Gambrinus, presentando al pubblico le loro pastiere, tutte eccellenze made in Naples ognuna caratterizzata dal tocco personale del suo creatore, ma accomunate tutte da un’unica caratteristica: quella lavorazione artigianale che nessuna produzione industriale potrà mai eguagliare. Su questo punto i cinque maestri pasticcieri, Sabatino Sirica, Gennaro Volpe, Andrea Pansa, Aniello Di Caprio e Alfonso Pepe non hanno dubbi: nessuna preparazione industriale sarà mai in grado di eguagliare il sapore originale della pastiera napoletana, un dolce di pasticceria fresco la cui bontà è assicurata proprio dalla preparazione artigianale. Una rassicurazione che, dopo le recenti polemiche sollevate dal popolo napoletano (e non solo) sulla pastiera preconfezionata da una nota casa produttrice di dolci, sgombra il campo da ogni sospetto: nessun prodotto “già fatto” potrà mai replicare la freschezza, la bontà e la genuinità della lavorazione fatta a mano.
“La cucina di prossimità è senza dubbio la più genuina” spiega ai nostri microfoni Tommaso Esposito. “La Pasqua, cadendo quasi sempre in primavera, era e tuttora è il periodo dell’anno in cui con più facilità si reperiscono le materie prime indispensabili alla preparazione della pastiera, come il grano e le uova”. La cucina di prossimità è anche quindi la cucina del tempo, un tempo, quello pasquale, che è legato anche all’antico simbolismo della rinascita e della resurrezione. Ma Pasqua non è solo pastiera: a “sfilare” questa mattina al Gambrinus anche le uova decorate, tradizione antichissima e anch’essa simbolica che oggi torna ad allietare le tavole dei napoletani (e non solo) nella versione di cioccolata, con decorazioni di zucchero sempre più eccentriche e colorate. “Già i persiani usavano scambiarsi le uova come dono benauguruale, una tradizione che oggi si rinnova grazie all’inventiva dei decoratori e alla maestria dei cioccolatieri” spiega Giustino Catalano.
E tra tutti questi dolciumi non potevano mancare i re (salati) della tavola pasquale: il tortano e il casatiello, realizzati per l’occasione da Enzo Piccirillo della pizzeria Masardona, che ai nostri microfoni ha spiegato la differenza, a molti forse nota, ma a tanti altri non sempre chiara, tra le due preparazioni: “Il tortano è fatto con cigoli, formaggio, uova e salame, mentre il casatiello è un’impasto fatto con pepe, cigoli e formaggio, con le uova in superficie, che è un po’ più casereccio”. La kermesse diventa così occasione per celebrare e anche per tutelare le eccellenze nostrane, come afferma il titolare del Gran Caffè Gambrinus, che proprio in occasione dell’evento rilancia il suo “Vesuvio”, un condensato di tutti i dolci napoletani più tipici, dalla pastiera, alla sfogliatella al babà, con un’inconfondibile foggia di vulcano. “Dopo gli assalti alla pizza, alla mozzarella, e non ultime le infondate critiche mosse al nostro caffè, abbiamo deciso di mobilitarci per tutelare le nostre eccellenze: e tra queste c’è sicuramente anche la tradizione dei dolci e dei rustici pasquali” spiega. Al Gambrinus è già Pasqua.
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