L’Italia è fuori dalla notte degli Oscar. Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta
‘Drive my car’ (Giappone) ha vinto l’Oscar come miglior film internazionale. ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino non ce l’ha fatta. Gli altri nominati erano ‘Flee’ (Danimarca), ‘Lunana – Il villaggio alla fine del mondo’ e ‘La persona peggiore del mondo’ (Norvegia).
L’Italia è fuori dalla notte degli Oscar. Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta, a cominciare da Paolo Sorrentino. Niente da fare nemmeno per Massimo Cantini Parrini, candidato per i costumi di ‘Cyrano’ (la statuetta l’ha vinta Jenny Beavan per Crudelia), né per Enrico Casarosa candidato per il miglior film d’animazione con ‘Luca’ (premio vinto dal favorito Encanto).
Preceduta da proteste per l’esclusione dalla diretta dei premi alle categorie “tecniche”, torna domenica a Hollywood la notte delle stelle. La 94/a cerimonia degli Academy Awards non dimenticherà la crisi in Ucraina, ha assicurato il produttore esecutivo Will Packer, e si starebbe ancora valutando la possibilità di un contributo in video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ipotesi rilanciata nelle ultime ore dal New York Post.
L’Italia fa il tifo per “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, entrato nella finale dei migliori film internazionali, ma anche per Enrico Casarosa per il cartone animato “Luca” e Massimo Cantini Parrini per i costumi di “Cyrano”.
Il premio più ambito della grande notte del cinema (in Italia in diretta dalle 00.15 su Sky Cinema Oscar©, Sky Uno, in streaming su Now e in chiaro su Tv8), il miglior film, è un derby tra il frontrunner, “Il Potere del Cane” rimasto in testa fino a fine febbraio, e l’underdog, “I segni del cuore – Coda”. La saga dei pescatori sordi del Massachusetts dell’americana Sian Heder ha infilato in pochi giorni tre premi importanti, la Sag per il miglior cast, i Pga dei produttori e la migliore scenografia non originale: puntando diritto al cuore potrebbe battere tutte le statistiche.
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Il western di Jane Campion, in testa con 12 candidature (contro dieci di “Dune”), avrebbe l’ambizione, mancata con “Roma” e “The Irishman”, di regalare a Netflix l’Oscar nella categoria più prestigiosa. Che andrà comunque, salvo sorprese all’ultima ora, a un gigante dello streaming: “Coda”, distribuito da Apple tv, esce dagli studi della mela col morso. Entrambi i film, poi, sono stati diretti da una donna. La Campion, che ha trionfato ai Directors Guild Award, è la prima donna candidata per la seconda volta alla regia dopo “Lezioni di piano” (perse contro Steven Spielberg).
Con lei se la vedranno Kenneth Branagh (“Belfast”), Ryusuke Hamaguchi (“Drive My Car”), Spielberg (“West Side Story”) e Paul Thomas Anderson (“Licorice Pizza”).
La corsa tra le attrici è aperta tra Jessica Chastain, Olivia Colman, Kristen Stewart, Penelope Cruz e Nicole Kidman, mentre nella categoria dei migliori attori gareggiano Benedict Cumberbatch, Javier Bardem, Will Smith, Andrew Garfield e Denzel Washington. Poco probabile che Bardem (“Being the Ricardos”) e la Cruz (Madres Paralelas”), sposati nella vita, portino a casa due statuette nella stessa serata così come un’altra coppia ‘baciata’ dalle nomination, Kirsten Dunst e Jesse Plemons di “Potere del Cane”.
Tra i non protagonisti, Troy Kotsur, il papà sordo di “Coda”, è il favorito della vigilia. L’Italia corre contro due nordici – il danese ‘Flee” e il norvegese “La persona peggiore del mondo” – e poi “Lunana: uno Yak nella classe” del Buthan e “Drive My Car”. “Encanto” è il superfavorito tra i cartoni su “Luca”, “Raya e l’ultimo drago”, “I Mitchell contro le macchine” e di nuovo “Flee”. Per i costumi, Cantini Parrini darà del filo da torcere a “Crudelia’, “Dune”, “La fiera delle illusioni – Nightmare Alley” e “West Side Story”.
Preceduta dal solito tappeto rosso, la serata vedrà performance live di Beyoncé e Billie Eilish con due delle canzoni originali in gara: “Be Alive” da “King Richard” e “No Time to Die”. Tre le padrone di casa – Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes – che si alterneranno a decine di presentatori tra cui Anthony Hopkins, Daniel Kaluuya, Lady Gaga, Halle Berry, Rami Malek, Lupita Nyong’o, John Travolta, Yuh-Jung Youn e le star del tennis Venus e Serena Williams. Grazie all’esclusione di truccatori, direttori della cinematografia, tecnici del suono la diretta durerà tre ore: gli artigiani che rendono possibile l’industria dei sogni sono stati sacrificati sull’altare dell’audience di una serata più snella.