A dicembre saranno consegnate le chiavi al dg della Asl Napoli 1, dunque manca davvero poco all’apertura definitiva dell’Ospedale del Mare, struttura super tecnologica che non avrà eguali in Campania. Si, però, c’è un ma, anzi più di uno, perchè ok, va bene, ora saranno consegnate le chiavi, ma il personale c’è? Chi sarà? Da dove verrà? E poi senza personale nemmeno i pazienti ci saranno e dunque l’Ospedale del Mare diventerà presto un Ospedale Fantasma?
Ormai da mesi si parla solo del completamento della struttura, si ok bravi, tutti bravi, hanno fatto tutti un buon lavoro, ma una Ferrari senza un buon pilota che la guida non sarà mai un auto vincente. E ieri l’ennesima visita all’Ospedale del Mare per mostrare a tutti quello che si è riusciti a realizzare qui a Napoli. Presenti a tale ‘passeggiata’ il dg della Asl Napoli 1 Renato Pizzuti, dirigenti, ingegneri, tecnici e anche l’ex direttore generale del Cardarelli, Rocco Granata, esperto manager sul fronte dell’organizzazione ospedaliera, che sta collaborando con la commissione sanità della Regione.
Ospedale del Mare, nosocomio 2.0
“Questo è un ospedale 2.0. Ad esempio i due sistemi di risonanza magnetica sono stati presentate ufficialmente dalla Siemens soltanto alla fine del 2014 in Usa. Qui a Ponticelli ci sono tecnologie uniche in tutta Europa”, ha dichiarato l’ingegner Verdoliva. Ma tutto questo non funzionerà da solo e più persone guardano all’Ospedale del Mare come l’ennesimo fallimento, come Franoc Verde, dirigente dell’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri, che scrive: “È l’ennesima visita di uomini delle istituzioni a un’opera sostanzialmente pronta ma deserta costata quasi 500 milioni di euro, a cui si aggiungono 58 milioni di attrezzature. L’esisto sarà il solito fatto di stampa, buone intenzioni proclami e nulla più”.
Più fiducioso Emilio Borrelli dei Verdi: “I lavori stanno procedendo e, una volta finito, l’ospedale del mare sarà un punto di riferimento importante per la sanità regionale e nazionale. Ma tutti i dubbi restano, a partire dalla scelta di costruire in una zona isolata e nel pieno della zona rossa”.