Il presidente della V Commissione Michele Schiano di Visconti, la consigliera regionale Angela Cortese, vicepresidente della V Commissione permanente Sanità e sicurezza sociale, durante l’ultimo sopralluogo, hanno commentato le dichiarazioni del commissario dicendo che: «L’ingegner Verdoliva ci ha mostrato dettagliatamente ogni aspetto dei lavori che si stanno ultimando. Devo dire che abbiamo trovato un cantiere in piena attività».
Il progetto Ospedale del Mare dal 2004 ad oggi
Nel 2004, il nuovo Ospedale del Mare venne progettato nel quartiere Ponticelli di Napoli per accorpare i presidi ospedalieri Loreto Mare, Ascalesi, San Gennaro e Incurabili. A quei tempi l’investimento totale previsto era pari a 187 milioni di euro, 57 per cento dei quali era la quota pubblica, mentre il 43% era la quota privata in project financing. Astaldi e Osmar si erano impegnate a consegnare i lavori nel 2008-2009, in cambio avrebbero gestito per 25 anni tutti i servizi della mega-struttura. L’Ospedale venne pensato secondo un nuovo modello dell’edilizia ospedaliera su una superficie di 145.800 metri quadrati, dove oltre alle 18 sale operatorie e ai 451 posti letto, pazienti e familiari avessero a disposizione anche albergo, centro commerciale e parcheggio.
Nell’ottobre 2010 il cantiere venne chiuso a seguito di una inchiesta del pm Giancarlo Novelli che coinvolse 12 persone tra funzionari della Regione e dell’Asl Napoli1, manager e responsabili delle aziende. Come aveva rilevato anche la ASL NA 1 i lavori erano stati eseguiti in difformità dal progetto, varianti che avevano provocato modifiche del progetto iniziale (sale operatorie costruite e poi abbattute) e una lievitazione strepitosa dei costi.
Nell’aprile 2011 il progetto Ospedale del Mare si era trasformato in una discarica a cielo aperto. I canaloni attorno l’ingresso dell’ospedale erano zeppi di montagne di copertoni, frigoriferi, tv, colline di stracci e rifiuti vari. Ogni notte dei camion entravano nella strada laterale che separa le nuove costruzioni del nosocomio e scaricavano anche qualsiasi tipo di veleno, bidoni di vernice, materiali tossici, rifiuti speciali.
Nel febbraio 2012 la Corte dei Conti presentava agli indagati un invito a dedurre (l’equivalente di un avviso di garanzia, nel penale) contestando reati di falso ideologico, di truffa ai danni dello Stato, interesse privato in atti d’ufficio e la responsabilità amministrativa di cui al d.lgs. 231/2001. L’autonoma attività d’indagine delegata alla Guardia di finanza aveva portato alla contestazione di un danno erariale pari a 25.798.614 euro.
Nell’agosto 2012 i lavori finalmente ripartivano, grazie ad uno stanziamento pubblico di 180 milioni per quella che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro ha definito un’opera strategica