A firmare il nuovo accordo sull’Ospedalità Privata Accreditata, il presidente della Regione Campania e commissario ad acta alla Sanità, Stefano Caldoro, il presidente di AIOP Campania Sergio Crispino e il presidente del Raggruppamento Sanità di Confindustria Campania Vincenzo Schiavone. “Al centro dell’intesa – si legge sul sito della Regione Campania – l’esigenza di assicurare una idonea risposta al bisogno di prestazioni ospedaliere, attraverso il completamento del processo istituzionale di accreditamenti, e la necessità di recuperare la mobilità passiva per evitare riduzioni dell’ammontare del finanziamento annuale assegnato dallo Stato”.
“L’accordo prevede – continua la nota scritta sul sito ufficiale della Regione Campania – che le case di cura con meno di 40 posti letto potranno richiedere la riconversione di letti finalizzata a trasformarsi in strutture monospecialistiche. Le case di cura con posti letto in numero inferiore a 60, ma già autorizzate per 60 o più, potranno incrementare i letti fino a 60, secondo criteri che verranno fissati dalla normativa regionale, entro il limite complessivo riportato nella proposta di piano ospedaliero trasmesso al Ministero. Le strutture dotate di un numero di posti letto inferiore a 40, non monospecialistiche, nelle more dell’adozione di ulteriori provvedimenti, continueranno ad operare assicurando il rispetto del principio di aggregazione per area medica o chirurgica”.
Lo scopo di tale accordo preso con l’Ospedalità Privata Accreditata è quello di limitare la mobilità passiva, andando anche a migliorare i servizi sanitari offerti dalle case di cura. “Sia attraverso una parziale riconversione dei posti letto accreditati, funzionale ad una migliore efficienza delle strutture stesse, sia attraverso una più appropriata erogazione di prestazioni che riduca la ‘fuga’ di cittadini campani verso altre regioni. L’obiettivo è esercitare un’attrazione nei confronti di cittadini di altre parti d’Italia, attraverso la remunerazione delle prestazioni anche oltre i limiti di spesa, dopo la verifica ministeriale sulla compensazione della mobilità”. In tal modo “la qualità dell’assistenza territoriale sarà migliorata individuando idonee misure di riqualificazione, funzionali alla partecipazione delle case di cura accreditate alle reti assistenziali specialistiche e di emergenza o urgenza”.
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