Lo scorso 20 gennaio, in vico Trone a Materdei, la strada si è improvvisamente “aperta” in una grossa voragine, a causa delle piogge. Sono già trascorsi tre giorni da quel martedì di gennaio che ha cambiato, da un giorno all’altro, la vita di due famiglie. Due famiglie di cui, da quel giorno, più nessuno parla. Insieme alla strada, quel martedì ha iniziato a cedere anche il palazzo in cui abitavano queste 6 persone. Il fabbricato era già stato precedentemente giudicato pericolante, e dinanzi a questo nuovo cedimento (non il primo, che si verifica in zona Materdei) la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco non hanno avuto dubbi: si è dovuto procedere all’evacuazione del palazzo.
Palazzo pericolante evacuato a Materdei: adulti in un dormitorio pubblico, minori in casa famiglia
Le due famiglie, una composta da una donna anziana, l’altra con tre figli, di cui un adolescente e un bambino di appena 10 anni, sono state mandate via da casa e trasferite altrove. Gli adulti sono andati a occupare i letti di un dormitorio pubblico di via de Blasis, i bambini in una casa famiglia. Un dramma, oltre che una vergogna, perché gli inquilini di vico Trone continuano regolarmente a pagare un affitto di 350 euro al mese ai proprietari dei loro appartamenti, per il quale sono in attesa di contributo per il sostegno all’affitto. Un dramma perché è assurdo che l’unica soluzione possibile per l’assessore al welfare Roberta Gaeta, davanti a situazioni di questo genere, in cui le famiglie vengono sfrattate improvvisamente, per motivi indipendenti dalla loro volontà, sia il ricovero di emergenza in un dormitorio pubblico. Un dramma che anche i giornali sembrano aver dimenticato, perché da quel martedì sulle pagine dei quotidiani locali tutto tace. Nessuno si è preso il disturbo di raccontare il dramma di queste persone, costrette da un momento all’altro ad abbandonare la loro casa, senza sapere quando potranno farvi ritorno.
Famiglie del palazzo pericolante evacuato a Materdei come quelle del palazzo Guevara Bovino?
“Bisogna prendere atto” afferma duramente Domenico Lopresto, dell’Unione Inquilini Napoli, “che Napoli no ha un assessore e un direttore delle politiche sociali o del welfare. Di fronte a drammi di famiglie che da un momento all’altro vengono frattate per cause indipendenti dalla loro volontà non si riesce a proporre altro che il ricovero emergenziale nel dormitorio pubblico. L’ex sindaco di strada come può rimanere imperterrito e andare avanti così un altro anno? Quanto tempo ci vuole per dare dignità alloggiativa a questi cittadini che da un momento all’altro si sono visti quasi crollare la casa addosso?”.
La paura, manco a dirlo, è che si ripeta il copione già andato in onda per il crollo dell’ala del palazzo Guevara Bovino alla Riviera di Chiaia, che purtroppo vide sfrattate numerose famiglie, residenti nei palazzi confinanti con lo stabile interessato dal crollo. Molte delle quali, a quasi due anni di distanza dal crollo, non hanno ancora avuto la possibilità di fare ritorno nelle loro case.