Correndo oggi in 58″35 nella quarta batteria dei 400 metri donne T12, in cui si è piazzata seconda guadagnando l’accesso alle semifinali, l’azzurra Valentina Petrillo è diventata la prima atleta dichiaratamente transgender a gareggiare in una Paralimpiade.
“E’ il momento più importante della mia carriera”, ha poi detto ripensando anche a quando aveva fallito la qualificazione per Tokyo 2020.
Petrillo ha 50 anni e ha partecipato per la prima volta a una gara femminile nel 2020, un anno dopo aver iniziato il processo di transizione di genere: nel 2019 aveva cominciato infatti una terapia ormonale per la femminilizzazione.
La ‘World Para Athletics’, la federazione internazionale dell’atletica leggera paralimpica, ha esaminato il caso e ha stabilito che Petrillo potesse gareggiare con le donne. L’anno scorso è stata bronzo ai Mondiali, ora sogna il podio anche alle Paralimpiadi.
Afflitta fin da quando aveva 14 anni dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa a causa della quale diventò ipovedente, praticava la Para Atletica (“il mio idolo è sempre stato Pietro Mennea”) anche quando era un uomo, al punto da vincere 11 undici titoli italiani. Poi il coming out per dire che desiderava e si sentiva essere una donna e il successivo periodo di transizione. Ora ha realizzato il sogno di partecipare a una Paralimpiade, aspettando la semifinale di stasera